Lontano dallo star system delle case di produzioni più blasonate, e stiamo parlando di cinema di animazione, dunque di Pixel e Disney, esiste tutto un mondo meno patinato ma che lavora più alacremente e con più profondità di contenuti.
Cosa vogliamo dire? Che non bisogna fermarsi alle apparenze di quello che ci viene offerto, ma bisogna annusare e scovare le perle nei posti meno gettonati. Riusciremo, se avremo fortuna, a scoprire film di inattesa bellezza, pregni di poesia e grazia squisita.
In questo primo giro di appuntamenti avremo il piacere di vedere due film di stampo europeo, l’ormai consolidata scuola francese, e altri due di stampo orientale, ormai prassi, anche per noi.
Il primo film che abbiamo il piacere di presentarvi è la riedizione in digitale, con dialoghi rivisti e risoluzione video digitalizzata, del classico di Miyazaki LA PRINCIPESSA MONONOKE.
Uscito nel 1997, questa pellicola rappresenta uno dei picchi creativi dell’animazione di sempre. Un film che scuote dentro, che arricchisce di sensazioni, che cela al suo interno messaggi importanti come il coraggio, lo stupore, l’amicizia, l’orrore ambientale, la meraviglia del mai visto.
Film intenso e cruento, ma che vi regalerà due ore mi pura magia filmica.
Il secondo che andremo a vedere è L’illusionista del regista francesce Sylvain Chomet, già autore del capolavoro “Appuntamento a Belleville”. Il cinema di Chomet si rifà espressamente alla comicità muta di Jacques Tati, la risposta francese a Charlot. Qui dentro ogni immagine, ogni espressione facciale è contornata da una liricità poetica che commuove, stringe il petto, e lo culla di bellezza per la vita. Anche i temi affrontati sono importanti: dalla povertà al disagio sociale, dall’amore disinteressato alla fatalità dei destini. Film magnifico. Garantito.
Il terzo del lotto è Ernest & Celestine, trasposizione animata di una sceneggiatura di Daniel Pennac. Opera di tre registi congiunti, questo film invece ha disegni ancora più particolari: acquerelli splendidi fanno da sfondo alle vicende tragicomiche vissute dai protagonisti, un orso e un topolino. In un’atmosfera prettamente retrò il film ci delizia non poco, toccando temi ancora oggi attuali, quali le convenzioni, le paure ataviche, le bramosie.
Per concludere ci affideremo a Il giardino delle parole, capolavoro innanzitutto visivo del regista giapponese Makoto Shinkai. Il film è continua poesia: immagini realistiche come mai, voce nostalgica che fa da sfondo, pioggia autunnale, una storia d’amore. Un’opera d’arte pittorica.
OGNI GIOVEDÍ. ORE 21:00. Villetta Comunale. Laboratorio Artefacendo. San Marco In Lamis (FG)
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