Oltre 510 mila firme di cittadini a livello nazionale. 117 mila Italiani che chiedono ai candidati sindaci un impegno di trasparenza. 80 candidati già trasparenti in tutta Italia, 6 in Puglia, di cui due, Antonio Decaro e Stefano Miniello, nel capoluogo e due a Cassano Murge (Domenico Vito Lionetti e Maria Pia De Medio). Sono questi, in sintesi, i numeri della campagna Riparte il futuro, presentata questa mattina a Bari presso Zona Franka nel corso di una conferenza stampa alla presenza del referente scientifico nazionale, Leonardo Ferrante e del referente provinciale di Libera Bari, Alessandro Cobianchi.
Nel corso della mattinata, alla quale sono stati invitati tutti e dieci i candidati sindaco della città, sono stati illustrati gli impegni che Libera propone ai candidati, primo fra tutti, quello di rendere pubblici, già in sede di campagna elettorale, curriculum vitae, situazione reddituale e patrimoniale ed eventuali conflitti d’interessi.
“Il ruolo di Libera – ha spiegato Cobianchi – non è quello di schierarsi da una parte o dall’altra, bensì di monitorare, attraverso le linee dettate da Riparte il Futuro, gli impegni dei candidati. Libera – ha continuato il referente – mantiene la sua autonomia e la sua autorevolezza di giudizio. Combattere oggi la corruzione significa prevenire il disagio che essa, endemicamente, porta con sé: disoccupazione e impoverimento del tessuto sociale ed economico”.
Al futuro sindaco di Bari, Libera chiede di mettere in cima alla propria agenda la lotta alla corruzione in tre modi: rendendo trasparente la propria candidatura in campagna elettorale; promettendo di adottare la delibera “Trasparenza a costo zero” entro i primi 100 giorni; impegnandosi ad attuare le prescrizioni della delibera entro 200 giorni. La delibera richiede la pubblicazione online e diffusione dell‘anagrafe di tutti gli eletti; l’informazione semplificata sui bilanci del comune, fornendo dati dettagliati su partecipate ed enti simili; l’adozione della Carta di Pisa, codice etico promosso da Avviso Pubblico; la creazione di una Tavola pubblica per la trasparenza, composta da istituzioni e società civile; la trasparenza sulla gestione dei beni confiscati (per i comuni che li hanno), attraverso un elenco pubblico dei beni, i bandi per le assegnazioni, le verifiche e le informazioni sull’utilizzo.
A spiegare il senso della campagna, il referente scientifico, Leonardo Ferrante. “L’obiettivo è quello di capovolgere l’impegno. Non più un patto della politica nei confronti dei cittadini, bensì una richiesta di impegno dei cittadini verso la politica”. Ferrante chiede “di non perdersi in piccoli giochi di localismo, ma di innalzare il livello della discussione”.
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DETTAGLIO PROPOSTE
Ci rivolgiamo a tutti i candidati sindaco alle elezioni amministrative di maggio 2014 di qualunque partito, lista e schieramento: anticorruzione e trasparenza non possono e non devono avere colori politici.
Ai candidati sindaci chiediamo di mettere in cima alla propria agenda la lotta alla corruzione in tre modi:
- Rendendo trasparente la propria candidatura in campagna elettorale
- Promettendo di adottare la delibera “Trasparenza a costo zero” entro i primi 100 giorni
- Impegnandosi ad attuare le prescrizioni della delibera entro 200 giorni
1) La trasparenza della candidatura
A) Pubblicare online (sul sito di Riparte il futuro o sul proprio) il Curriculum Vitae
Il CV non deve essere generico: al contrario, chiediamo che includa tutti gli incarichi ricoperti, siano essi pubblici o professionali, e non solo quelli principali.
Grazie a questo documento è possibile valutare la competenza e l’esperienza del candidato, in ciascun settore che lo vede coinvolto, e da esso possono emergere eventuali conflitti d’interesse.
B) Pubblicare (sul sito di Riparte il futuro o sul proprio) la propria storia giudiziaria
Chiediamo di conoscere tutti i procedimenti penali in corso e quelli che si sono conclusi con una condanna, anche lieve. Il nostro intento è di permettere all’elettorato una scelta quanto più consapevole rispetto a chi prenderà decisioni strategiche per la città. Sapere la storia giudiziaria dei candidati è una garanzia per lo svolgimento della vita istituzionale.
C) Pubblicare (sul sito di Riparte il futuro o sul proprio) la propria la situazione reddituale e patrimoniale
La pubblicazione della situazione reddituale e patrimoniale di chi rappresenta le istituzioni è richiesta per legge in diversi Paesi europei.
Lungi dal credere che sia opportuno giudicare positivamente o negativamente alla luce del reddito, pensiamo che sia importante verificare la corrispondenza tra reddito, patrimonio, attività professionale e stile di vita.
D) Dichiarare (sul sito di Riparte il futuro o sul proprio) potenziali conflitti d’interesse
Chiediamo siano rese pubbliche, mediante autodichiarazione, situazioni di potenziale conflitto tra gli interessi professionali e privati del candidato e quelli pubblici di cui si potrebbe occupare una volta eletto.
Inoltre, chiediamo che si faccia riferimento non solo a se stessi, ma anche a congiunti e familiari, quindi ai possibili interessi mediati. Questi non sono ostativi alla candidatura ma potrebbero rappresentare un rischio, specialmente nelle realtà più piccole.
2) La delibera “trasparenza a costo zero” entro 100 giorni
La delibera richiede:
1. pubblicazione online e diffusione dell‘anagrafe di tutti gli eletti;
2. informazione semplificata sui bilanci del comune, fornendo dati dettagliati su partecipate ed enti simili;
3. adozione della Carta di Pisa, codice etico promosso da Avviso Pubblico;
4. creazione di una Tavola pubblica per la trasparenza, composta da istituzioni e società civile;
5. trasparenza sulla gestione dei beni confiscati (per i comuni che li hanno), attraverso un elenco pubblico dei beni, i bandi per le assegnazioni, le verifiche e le informazioni sull’utilizzo.
3) Attuare la delibera in 200 giorni
Le 5 prescrizioni contenute nella delibera dovranno essere attuate entro e non oltre 200 giorni. In questo tempo Riparte il futuro monitorerà, assieme alla società civile, affinché le richieste e gli impegni vengano soddisfatti e mantenuti.
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DELIBERA TRASPARENZA A COSTO ZERO
1. ANAGRAFE DEGLI ELETTI DETTAGLIATA, FRUIBILE, DIFFUSA
- Quello che prevede la legge
Il decreto legislativo 33/13 prevede la messa online dei curriculum vitae, dei compensi di qualunque natura connessa all’assunzione della carica, delle informazioni relative a qualsiasi altra carica presso enti pubblici o privati (inclusi i compensi per questi ruoli) e la dichiarazione reddituale e patrimoniale di tutti gli eletti.
- L’impegno in più
Per concretizzare il diritto di conoscere chi ci rappresenta, chiediamo non solo che questo venga fatto, ma che il Comune si faccia carico di garantire le forme di fruibilità maggiore possibili e di diffusione dell’iniziativa, ricorrendo ai mass media locali e promuovendo al meglio la pagina anche attraverso pubblicità istituzionale su autobus, in luoghi pubblici istituzionali e non, nelle scuole, negli uffici pubblici, nei teatri e nelle biblioteche, nelle circoscrizioni.
2. TRASPARENZA ECONOMICA: BILANCI ONLINE; DATI SUGLI ENTI PUBBLICI VIGILATI, ENTI PRIVATI IN CONTROLLO PUBBLICO, PARTECIPAZIONI IN SOCIETA’ DI DIRITTO PRIVATO
2.1 BILANCI ONLINE
- Quello che prevede la legge
Per come previsto da legge e se non l’hanno ancora fatto, chiediamo il bilancio completo in formato open data con annesso tabella sintetica delle spese dell’anno precedente in formato open, che contenga tempi, costi unitari, indicatori di realizzazione delle opere pubbliche.
- L’impegno in più
Chiediamo, per concretizzare il diritto di monitorare, che le informazioni vengano organizzate in modo intuitivo e divulgate tramite una pagina istituzionale, con infografiche semplici che permettano di capire facilmente come il Comune spende le sue risorse.
2.2 TRASPARENZA DEGLI ENTI PUBBLICI VIGILATI, ENTI PRIVATI IN CONTROLLO PUBBLICO, PARTECIPAZIONI IN SOCIETA’ DI DIRITTO PRIVATO
- Quello che prevede la legge
Il decreto legislativo 33/13 (art 22) prevede che le Pubbliche amminIstrazioni mettano online dati relativi agli enti pubblici vigilati, agli enti di diritto privato controllati o vigilati dall’amministrazione, alle partecipazioni in società di diritto privato. Sono tutti enti che hanno bisogno di particolare attenzione e di trasparenza, perché gestiscono settori strategici (es. gestione dei rifiuti). I dati più importanti che devono già essere per legge online sono:
- un elenco di tutti questi enti, periodicamente aggiornato;
- la misura dell’eventuale partecipazione;
- la durata dell’impegno;
- l’onere complessivo annuale sul bilancio dell’amministrazione;
- il numero dei rappresentanti dell’amministrazione negli organi di governo e loro trattamento economico;
- i risultati di bilancio degli ultimi 3 esercizi finanziari;
In assenza di queste info, la legge dice fissa il divieto di erogazione di qualunque somma da parte dei comuni.
-L’impegno in più
Chiediamo di sapere tutte queste informazioni e comprendere facilmente rapporti, costi, referenti, grazie a rappresentazioni grafiche che evidenziano le relazioni tra amministrazioni e questi enti, con link ai siti istituzionali e dettagli su chi ricopre gli incarichi di indirizzo e su chi è titolare d’incarico.
3. ETICA PUBBLICA E RESPONSABILITA’ POLITICA
- Quello che prevede la legge
Tutti gli Enti locali sono per legge chiamati a dotarsi di codici etici propri che integrano il codice di comportamento nazionale. Questi codici contengono le prassi da seguire da tutti i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, ma il rischio che restino solamente sulla carta è molto forte.
-L’impegno in più
Per questa ragione è fondamentale adottare codici etici stringenti e che prevedano clausole e sanzioni sia per il livello amministrativo che per quello politico, che prevedano la diffusione tra tutti i destinatari, affinché sia conosciuto e applicato, che preveda una formazione specifica sul tema dell’integrità pubblica. La nostra proposta è l’adozione della Carta di Pisa, codice etico promosso da Avviso Pubblico, che racchiude tutte queste caratteristiche.
4. TAVOLA PUBBLICA PER LA TRASPARENZA: MONITORAGGIO DELLA CITTADINANZA E GIORNATE DELLA TRASPARENZA
- Quello che prevede la legge
Per prevenire la corruzione e promuovere la trasparenza occorre l’impegno congiunto di istituzioni e società civile, a cui la legge affida il ruolo di monitorare, sapere, partecipare. La “Giornata della trasparenza” è l’evento previsto da legge che tutte le Pubbliche amministrazioni devono prevedere.
- L’impegno in più
Non basta però un singolo evento all’anno (che va sicuramente organizzato, mentre risulta che viene fatto poche volte). Occorre predisporre una “tavola pubblica per la trasparenza” congiunta, composta dal sindaco, dal responsabile anticorruzione, da realtà della società civile predisposte che s’incontra almeno una volta ogni due mesi e riferisce sul sito Riparte il futuro le date delle riunioni e gli esiti dell’incontro.
Ruoli della tavola è monitorare il rispetto delle politiche previste nel piano anticorruzione e in quello della trasparenza per come stabilite (formazione, rotazione degli incarichi, whistleblowing, messa online delle informazioni) e aggiornare insieme il piano anticorruzione, stimolando l’accesso civico.
5. OPEN DATA SUI BENI CONFISCATI
PER I COMUNI CHE GESTISCONO BENI CONFISCATI: messa online di dati sui beni confiscati.
Occorre fare di tutto per evitare che un bene confiscato gestito da un Comune si trasformi in un “oggetto di scambio” atto a garantirsi voti in occasione delle elezioni o comunque venga assegnato in forme completamente discrezionali e senza alcun controllo sulla reale attività svolta.
- Quello che prevede la legge
Gli enti territoriali sono tenuti per legge (art. 48 del Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione) a redigere un apposito elenco dei beni confiscati ad essi trasferiti, periodicamente aggiornato. L’elenco, reso pubblico con adeguate forme e in modo permanente, deve contenere i dati concernenti la consistenza, la destinazione e l’utilizzazione dei beni nonché, in caso di assegnazione a terzi, i dati identificativi del concessionario e gli estremi, l’oggetto e la durata dell’atto di concessione. Se questo non viene già fatto, chiediamo che si provveda quanto prima.
- L’impegno in più
Per questo, i Comuni che gestiscono un bene devono dare informazioni in formato open data alla società civile e all’ “Agenzia Nazionale dei Beni sequestrati e confiscati alla mafia”, specificando:
-informazioni generali sulla confisca (data della confisca, a chi è stato confiscato il bene);
- notizie sul loro stato d’uso (in buone o cattive condizioni; liberi o occupati);
- le forme di assegnazione (secondo bando, per assegnazione diretta …);
- il progetto sull’utilizzo che s’intende fare da parte dei richiedenti, con specifica convenzione;
- semestralmente, lo stato dell’arte sulla gestione della struttura e delle attività svolte.
L’intento è quello di creare una grande banca dati in capo all’Agenzia, che costantemente monitori e aggiorni la situazione dei beni confiscati in Italia.