Quarant’anni dopo: la famiglia unita. Quarant’anni dopo: la memoria che resiste. Quarant’anni dopo: la famiglia cresce… Oggi a fare memoria di quanto accaduto quarant’anni fa’ a Bari siamo in tanti, la grande famiglia di Libera si unisce alla famiglia Ruffo, la moglie e le due figlie di Nicola ucciso il 6 febbraio del 1974 per sventare una rapina in una tabaccheria del quartiere Picone di Bari. Un uomo, un cittadino che nel suo ordinario ha saputo vivere lo straordinario. Macchinista delle Ferrovie dello Stato, caratterizzato dal profondo senso civico in ogni azione della sua vita, quel 6 febbraio, rientrando da lavoro, si accorse che la proprietaria di una tabaccheria, sulla strada del suo rientro, era minacciata da rapinatori armati. Senza chiedersi cosa fosse giusto fare, Nicola entrò… com’era giusto fare. La volontà di aiutare quella donna perché parte della sua stessa comunità cittadina, la volontà di fermare la prepotenza di alcuni che pretendono di assumere con la violenza il controllo del territorio, la volontà di vivere fino in fondo la sua identità di homo civicus ha spinto quel giorno Nicola ad entrare, o come in tanti hanno detto in questi anni, a “non farsi i fatti propri”, non comprendendo che in quel gesto Nicola ci ha insegnato quali sono realmente “i fatti nostri”.
Quel 6 febbraio il gesto di Nicola ha disorientato i rapinatori, generalmente indisturbati nei loro soprusi, così uno di loro, voltandosi verso Nicola, ha sparato. Un solo colpo. Al cuore. Una vita interrotta. A 44 anni. Una morte inaccettabile. La memoria necessaria. Memoria di un uomo che, senza saperlo, metteva in atto una delle forme di impegno nell’antimafia sociale. E sì, perché gli uomini responsabili della morte di Nicola, sono riconducibili a quello che era l’embrione del clan Parisi della città di Bari, quando in città non ancora si parlava di mafia, quando si pensava che la mafia fosse sinonimo di Sicilia, quando la cecità storico-politica non consentiva analisi lucide dei territori e delle sue dinamiche. Nicola Ruffo è stato insignito della medaglia al valor civile per la sua azione coraggiosa e responsabile.
Per noi Nicola è un modello di impegno antimafia. Vittima innocente della criminalità organizzata barese. Per questo Libera, accanto alla famiglia Ruffo, non dimentica. Per questo Libera e il Coordinamento regionale dei familiari di vittima innocente di mafie oggi, come ogni giorno dell’anno, invitano ciascuno ad unirsi nella memoria, a vivere nell’impegno. Per Nicola e per le altre vittime, troppe, l’appuntamento si rinnova ogni anno il 21 marzo per una memoria corale e un impegno solidale, perché insieme si possa far fiorire la primavera della giustizia. Ci sarai anche tu?