Il progetto Gusta il Biodiverso ha mosso i primi passi e i primi risultati ci fanno essere ottimisti per la prosecuzione del progetto e sul raggiungimento degli obiettivi prefissati.
In questi primi quattro mesi abbiamo lavorato innanzitutto sull’individuazione delle specie di maggiore interesse per la produzione di micro-ortaggi e fiori eduli, considerando sia gli aspetti agronomici che il valore nutrizionale e il potenziale utilizzo gastronomico di ciascun prodotto. Attraverso un’ampia ricerca bibliografica (abbiamo raccolto e studiato oltre 120 lavori scientifici e diversi testi di carattere divulgativo) e attività di sperimentazione preliminare, abbiamo individuato circa 25 specie per la produzione di micro-ortaggi e 8 specie potenzialmente utilizzabili per la produzione di fiori eduli, prendendo in considerazione sia specie coltivate che specie spontanee.
Tra le specie di maggior interesse per la produzione di micro-ortaggi abbiamo individuato la cima di rapa, e alcune Brassicaceae tipiche pugliesi come Mùgnuli e Cavolo riccio, nonché il ravanello e la ruchetta selvatica tutte specie considerate ricche di glucosinolati, molto interessanti sembrano anche alcune popolazioni di cicoria da foglia e cicoria puntarelle, la bietola rossa, la borragine e il nasturzio. Attraverso prove preliminari è stata valutata, inoltre, la possibilità di produrre micro-ortaggi utilizzando specie cerealicole come grano duro e farro, leguminose come il trifoglio e il pisello e specie oleaginose come il girasole.
Oltre all’individuazione delle specie più interessanti si è lavorato molto sull’approvvigionamento delle sementi e delle altre materie prime necessarie alla realizzazione delle attività previste dal progetto.
Nel caso delle specie spontanee come Crithmum maritimum, Salicornia e Diplotaxis erucoides il seme è stato raccolto direttamente in campo. Per altri ortaggi tipici pugliesi come cima di rapa, Mugnuli, Cavolo riccio e cicoria puntarelle il seme è stato recuperato grazie alla disponibilità di alcuni agricoltori custodi. Molto impegnativa è stata la ricerca di substrati ecocompatibili alternativi alla torba e ai substrati di sintesi. Dopo aver contattato diverse aziende in tutta Europa e anche oltre Oceano siamo riusciti a recuperare oltre alla comune fibra di cocco, anche materiali a base di fibra di juta e tappeti capillari fatti di residui di lana e cotone dell’industria tessile e in questi giorni stiamo importando dagli Stati Uniti il substrato di sintesi più utilizzato per la produzione di micro-ortaggi. In questi mesi è stata fatta una ricerca dei contenitori per la produzione di micro-ortaggi in vaschetta e oltre ai comuni contenitori di polietilene, è stata valutata la possibilità di utilizzare contenitori biodegradabili.
Già un mese dopo l’avvio ufficiale del progetto, sono state avviate le prime prove volte alla definizione della tecnica colturale e alla messa a punto di alcuni aspetti critici del processo produttivo. Per le specie di maggiore interesse è stato determinato il peso dei 1000 semi ed è stata valutata la percentuale di germinabilità. Successivamente sono state avviate prove per determinare le condizioni ottimali di germinazione, e per valutare l’efficacia di trattamenti di pre-germinazione e di osmo-priming nel migliorare l’uniformità e la velocità di germinazione.
Contemporaneamente sono state effettuate prove di lavaggio e disinfezione dei semi utilizzando diverse dosi e tempi di applicazione di sostanze disinfettanti come l’ipoclorito di sodio e l’acqua ossigenata e andando a valutare il loro effetto sulla germinabilità dei semi e soprattutto sullo sviluppo di muffe. La qualità igienico sanitaria dei semi, dei substrati di coltivazione e del prodotto finito rappresenta un aspetto fondamentale del ciclo produttivo e richiede competenze specifiche e per questo stiamo sviluppando una collaborazione con ricercatori microbiologi dell’ISPA-CNR.
Utilizzando soprattutto la cima di rapa, che a nostro avviso rappresenta una delle specie più interessanti per la produzione di micro-ortaggi, lavorando in serra, sono state eseguite una serie di prove di produzione dei micro-ortaggi volte a determinare la densità di semina ottimale, l’effetto dell’applicazione di soluzioni nutritive e a valutare diversi sistemi colturali. In ciascuna prova è stata valutata la produzione per unità di superficie, la qualità dei micro-ortaggi prodotti e il contenuto di sostanza secca. Il prodotto ottenuto da queste prove essiccato o congelato è stato messo da parte in attesa di avviare le analisi di laboratorio volte a determinare il contenuto di elementi minerali e altri nutrienti di maggiore interesse.
In attesa di realizzare il sito web dedicato al progetto, è stata realizzata la pagina Facebook dell’Associazione ORTINNOVA collegata anche alla pagina web del progetto sul portale di “Bollenti Spiriti” che utilizziamo per divulgare le nostre attività e per segnalare i principali eventi legati al progetto. Presentando il progetto e i nuovi micro-ortaggi in diversi contesti e seminari pubblici abbiamo avuto modo anche di valutare l’interesse e l’indice di gradimento dei potenziali consumatori e con grande soddisfazione abbiamo registrato un grande interesse per il progetto e in alcuni casi abbiamo raccolto manifestazioni di interesse da parte di operatori del settore agro-alimentare.