“Con i voti cominciano appena nasci”, inizia con questa frase e la riff di Teenage wasteland degli Who il secondo film di Ligabue Da Zero a Dieci.
Siamo portati a dare un voto a tutto, ai piatti che mangiamo, ai viaggi che facciamo, alle esperienze che viviamo.
Siamo così maniaci dei voti che diamo anche i numeri ai dati.
Non da zero a dieci, ma da uno a cinque. E l'unità di misura sono le stelle.
Una stella quando i dati sono condivisi sul web con licenza aperta ma in formati non modificabili (Es. pdf)
Due stelle per dati disponibili in forma strutturata ma che usano formati proprietari (Es. documenti excel)
Tre stelle per dati disponibili in forma strutturata che usano formati non proprietari (Es. csv)
Quattro stelle per dati che utilizzano URI per riferirsi ad essi, così che altri possano riutilizzarli.
Cinque stelle per dati collegati ad altre fonti e contesti.
OpenBSK – business social knowledge with Open Data si occupa di dati ed in particolare di Open Data, quei dati che vengono rilasciati da pubbliche amministrazioni, enti ed aziende per l'utilizzo pubblico.
OpenBSK nasce "to making the world run better", per far girare meglio il mondo.
Nasce dalla voglia di quattro persone di innovare l'approccio ai dati da parte delle persone e delle amministrazioni pubbliche.
Nasce dalla convinzione che solo ragionando sui dati e mettendo gli operatori in grado di analizzarli con i migliori strumenti possibili, sia possibile uscire dal tunnel nel quale siamo finiti.
Abbiamo costituito OpenBSK il giugno scorso, e da subito abbiamo capito che non si trattava solo di scrivere un software, ma di creare una coscienza comune sugli Open Data che ancora in Puglia è poco diffusa.
E ci siamo resi conto che in questa sfida non potevamo essere da soli.
Abbiamo incontrato i ragazzi di AkuBari, anche loro vincitori di Principi Attivi 2012, con cui condividiamo la stessa visione sui dati.
Insieme abbiamo lavorato al Laboratorio dal Basso Open Data in Action, tutto il mese di settembre è volato per l'organizzazione, alla ricerca di docenti, a scrivere mail di notte per cercare di contattare esperti americani, a coordinare date e temi.
Abbiamo messo a fattor comune i nostri contatti e le nostre partnership.
Open Data in Action si è tenuto da inizio ottobre a fine novembre, attraverso undici lezioni.
Abbiamo parlato di dati, di come trattarli, di modelli di business basati sull'utilizzo di dati aperti, di strumenti e tecnologie, di come svolgere un'inchiesta giornalistica basata sull'utilizzo di dati aperti.
Andando avanti con questa esperienza, allo stesso tempo apprendevamo gli strumenti che ci mancavano per sviluppare il nostro progetto e creavamo una piccola, ma molto motivata, crew di persone che la pensano come noi e con i nostri stessi obiettivi.
E che ha dato vita al sito www.opendatabari.it, uno spazio dedicato alla comunità barese e pugliese dove sperimentare ed agire attraverso l'uso degli Open Data, per responsabilizzare i cittadini e le pubbliche amministrazioni ed avviare un dialogo costruttivo.
Gli Open Data però non sono la panacea per tutto, sono allo stesso tempo il fine e lo strumento: una volta ottenuti, i dati vanno impiegati per il bene della comunità e per permettere alle aziende di crescere.
E' qui che entra in gioco la nostra vision, che tramite la definizione di best practice e lo sviluppo di sistemi di supporto alle decisioni basate sugli Open Data vuole far crescere la Puglia e i pugliesi.
I problemi a cui si va incontro quando si lavora con gli Open Data sono diversi, e spaziano dall'ambito legale a quello delle infrastrutture informatiche, alla ristrettezza economica in cui versano le pubbliche amministrazioni.
Ma come ho imparato di recente da due mie amiche, quando hai una tonnellata di ceci da sbucciare, ne sbucci uno alla volta e si risolvono tutti i problemi.
Dedizione, documentazione e debug: è questo quello che stiamo facendo ora.
Perchè una volta appreso l'uso degli attrezzi del mestiere che ci mancavano, è tempo di mettersi all'opera.
Questa settimana ho partecipato ad un evento nel padiglione di UnionCamere all'interno della Fiera del Levante; per me rimarrà sempre il padiglione Enel dove, nel lontano 2001, presentai con la mia classe di quinta liceo un progetto sulle energie rinnovabili davanti a Gorbachev.
Ricordavo che la sala convegni fosse molto più grande, anzi enorme, ma forse ero solo io ad essere più piccolo.
Credo che il senso della maturazione sia proprio questo e che tornare nei posti del passato serva a capire quanto siamo cresciuti e quanto siamo pronti ad affrontare un mondo in cui ci sentiamo alla giusta dimensione.
C'è tanto da fare ancora sugli Open Data, e OpenBSK è solo all'inizio, ma sappiamo che gli obiettivi sono alla nostra portata e con un po' di fortuna porteremo a casa le cinque stelle.