L'avventura dell'Adribus si è conclusa, ma i racconti di Francesco ed Ernesto proseguono...da non perdere!
21 Settembre – Novi Sad - Serbia
Un centro gestito da un’associazione locale, fondato 7 anni fa ca, quando una fondazione tedesca ha sovvenzionato l’acquisto di questa villa in vendita. Il tutto possibile grazie al social day organizzato ogni anno in Germania, dove i giovani lavorano per un giorno e quello che viene guadagnato viene destinato ad attività non profit. In questo caso sono stati i giovani a selezionare un’associazione la cui missione era creare spazi educativi nei Balcani. Nello spazio le attività che vengono organizzate spaziano dalle attività culturali, alla preparazione di cibo per vegani, 6 ragazzi gesticono attualmente il centro, utilizzando finanzimenti provenienti da diversi progetti locali e non. molti giovani serbi non vedono questo spazio di buon occhio e lo criticano costantemente. Il risultato di questo spazio è la convivenza tra beni privati e progetti europei.
A Novi Sad abbiamo dormito in una villa confiscata ad un narco trafficante (ancora latitante), oggi adibita a centro residenziale per giovani. Nei bagni c’erano Jacuzzi, filo diffusione, campo da calcio e basket.
Libera la Serbia?
22, 23 Settembre – Sarajevo - Bosnia
Sicuramente la meta più affascinante di tutto il percorso dell’Adribus. La città, come tutto il resto della Bosnia, sembra non avere ancora messo da parte i traumi della guerra: le cicatrici e i proiettili del conflitto di inizio anni ’90 sono ancora visibili negli occhi della gente e sulla maggioranza degli edifici cittadini, ad ormai 20 anni di distanza dal termine delle ostilità; allo stesso tempo è tangibile il fallimento degli interventi europei per avviare una seria ricostruzione e rilanciare l’economia del Paese. Da una parte disoccupazione, malaffare e corruzione sono fenomeni all’ordine del giorno, dall’altra vi è difficioltà nel pianificare politiche a lungo termine in quanto ogni sei mesi ruotano i principali membri del governo in modo da rappresentare le varie etnie bosniache, serbe e croate che compongono il territorio. Anche a livello locale la diversa composizione etnica ha comportato un forte decentramento del potere nelle varie municipalità, le decisioni vengono assune prevalentemente dai quartieri e il sindaco ha di fatto solo la funzione di rappresentare e promuovere la città.
Nonostante tutto l’Europa rimane ancora un miraggio ed un obiettivo per la Bosnia: se da un lato questo rappresenta una opportunità del vecchio continente per rimediare agli errori del passato, dall’altro potrebbe portare ad un’esclusiva accelerazione del processo predatorio di delocalizzazione di multinazionali e grandi gruppi esteri.
Crisi vs Opportunità.
24, 25 Settembre – Shkoder - Albania
Decrescita felice. Una coppia sposata da più di 30 anni, che abita a Torino. Un professore universitario e sua moglie che possiede una casa a Shkodra vanno in pensione. Lei decide di aprire un ostello in quella casa. Il primo ostello dell’intera regione. Riciclo, riuso, riparazione le tre parole chiave del nostro incontro. In un paese dove il tasso di disoccupazione giovanile è del 30 %, il salario medio è di 150 euro, la tassazione è del 10% e l’iva del 2%. Dove la corruzione galoppa e determina le scelte economiche, abbiamo trovato un fiore nel deserto.
Social business in Albania. Perchè no?
26, 27 Settembre – Dubrovnik – Croazia
Gioie e dolori di una delle mete più turistiche di tutto l’adriatico. Storia, multiculturalità e scenari fantastici portano la città croata almeno a triplicare la popolazione durante i mesi prettamente vacanzieri: se un cameriere può arrivare a guadagnare anche 5 mila euro al mese, è anche vero che gran parte della popolazione locale vive ormai a diversi km dal centro cittadino, essendo stata costretta nel corso dei decenni ad alienare le proprie abitazioni al business del turismo per ritrovarsi a vivere in casermoni periferici privi di servizi.
Di questo contesto risentono anche le politiche giovanili: nonostante lo stanziamento di circa 1 milione e mezzo di euro all’anno, è tangibile la difficoltà dell’amministrazione ad avviare reali processi di partecipazione e attivazione alla vita sociale cittadina. Emblematico è stato l’incontro locale con gli amministratori: improvvisazione e affidamento a partner associativi locali del tutto inadeguati sono balzati subito agli occhi dei partecipanti a seguito delle domande incalzanti.
Turismo prima di tutto?
28 - 29 Settembre – Regione Puglia
La Puglia come Best Practice per le politiche giovanili, ma anche come modello alternativo alla rappresentanza. È giusto ed efficiente che le amministrazioni promuovino Centri e Forum giovanili, in modo da organizzare e rappresentare le istanze dei giovani? O i giovani necessitano solo di strumenti (economici e fisici) per attivare i processi di trasformazione dal basso?
L’esperienza di Bollenti Spiriti, tra criticità e positività affrontate durante l’incontro istituzionale, ci fa sperare che l’esperienza pugliese possa essere esportabile e replicabile.
Attivazione o rappresentanza?
29- 30 Settembre – Provincia Campobasso
Partecipare ad un dibattito nella sala della costituzione della provincia di campobasso e confrontarsi con ragazzi provenienti dalle scuole superiori, dal forum dei giovani e con politici locali. Essere un esempio positivo di cambiamento, dimostrando concretamente che l’Italia ha bisogno di puntare su competenze concrete come l’inglese e che i giovani devono andare alla ricerca delle opportunità. Sono i giovani ad essere pigri o è il contesto sociale e culturale a renderli tali? È vero che la politica non può fare nulla? Come fare a colmare il gap tra visione di breve termine della politica e programmi di lungo termine delle politiche giovanili?
Oggi abbiamo portato un esempio concreto di integrazione e di cooperazione. Grazie #Adribus
30 Settembre – 1 Ottobre – Provincia Fano e Pesaro
Un carro allegorico trainato dai giovani pesaresi e una cittadinanza che lo segue, in cerca della sua rigenerazione. É questa immagine che ci ha accolto al nostro arrivo a Pesaro. Musiche, danze e dialoghi serali, nella speranza di smuovere una popolazione rappresentata in gran parte da persone anziane.
Crocevia romana per i traffici verso Roma, Fano è oggi una bellissima cittadina di 65000 abitanti che cerca la sua identità nel presente, conciliando i flussi migratori derivanti dal porto di Ancona e l’accoglienza tipica dello spirito marchigiano.
1 - 2 Ottobre – Rimini
L’Emilia Romagna eredita dal passato un modello strutturale di welfare tra i più avanzati d’ Italia, nonostante il continuo e costante processo di smantellamento in corso anche in questo territorio. A Rimini, ad esempio, sono presenti 5 centri giovani, finanziati tramite un contributo annuo di 35000 euro, ma con modalità gestionali differenti: Casa Pomposa, ad esempio, è stata affidata ad una cooperativa sociale, Grotta Rossa è autogestita da diverse associazioni, mentre, il centro di Santa Giustina è gestito direttamente dal Comune. Tutti questi centri giovanili, promuovono diverse attività culturali e sociali e riescono ad erogare diversi servizi: sale prove per gruppi musicali, laboratori teatrali, punti ascolto per migranti, etc. I centri, sono però posizionati nella parte periferica della città, lasciando il centro e il lungomare privi di luoghi d’ incontro svincolati dal business del turismo, fenomeno che, come raccontato da diversi ragazzi, ha portato alcuni gruppi giovanili a praticare l’occupazione di spazi abbandonati in queste zone.
Da segnalare il coinvolgimento, da parte dell’amministrazione comunale, del forum dei giovani nel piano di programmazione che ridesignerà il futuro di Rimini del 2027, processo che anche da alcuni degli stessi appartenenti ai centri giovanili viene vissuto con non pochi dubbi: reale processo partecipato o no?
Emilia Rossa tra passato, presente e futuro.