Ok. Rieccoci.
Da dove eravamo partiti?
Ah si, da due idee.
La prima è che “la creatività è come un ornitorinco”. Una cosa che accade, strana e imprevedibile. Eccentrica e spiazzante. E che, quando accade, sovverte i punti di vista e cambia se stessi. E la realtà. La creatività come risorsa diffusa per scrivere il cambiamento. Perché la crisi costringe a non considerare più il mondo così com’è dato. Ma a immaginare cose dell’altro mondo. Ad anticiparle, per esserne protagonisti.
La seconda è la scommessa sui giovani come il principale fattore di cambiamento. La loro energia, il loro talento, le loro conoscenze come leva per far nascere la Puglia che ancora non c’è. Per andare oltre l’esistente e sperimentare, con tentativi ed errori, il futuro.
Ne abbiamo fatta parecchia di strada!
I 151 laboratori urbani disseminati su tutto il territorio regionale, i 15.000 giovani che si sono messi in gioco per i tre bandi di Principi Attivi, i 14 cantieri sui beni confiscati che si sono aperti, costituiscono le tappe del lungo cammino già compiuto.
Certo i problemi non sono mancati. E non mancano. Mettere al centro dell’azione del governo regionale le politiche giovanili, non è stato facilissimo. Introdurre nella rigidità burocratica la logica open del 2.0 è stata operazione improba. Animare il territorio con decine e decine di incontri per riconoscersi tutti insieme nella sfida è stato entusiasmante ma anche faticoso. Dribblare gli ostacoli infernali del Patto di Stabilità (non ci siamo del tutto riusciti, ma qualcosa a Roma sembra che finalmente stia accadendo…) per onorare gli impegni sui tempi, perché la fiducia è la fiducia, e la trasparenza è la trasparenza, è stato davvero stressante ma necessario.
Il risultato è che la Puglia, grazie a ciascuno di voi, è già cambiata. E se sta rispondendo in modo efficace alle sfide della crisi, è grazie al fatto che oltre agli interpreti della conservazione siete emersi voi, il soggetto dell’innovazione.
Che piaccia o no, avete ora una responsabilità.
E, allora, rilanciamo.
Da un lato continueremo a ragionare su come integrare la rete dei laboratori urbani, dei principi attivi, dei laboratori dal basso con le politiche di innovazione e di sviluppo: sempre più stretti sono i nessi ma vogliamo allargare il raggio a tutti gli strumenti per le start up, gli spin off, il microcredito, l’autoimpresa.
Dall’altro lato vogliamo lanciare una sfida anche a quegli altri giovani, che hanno buttato la spugna e sono scomparsi nell’invisibilità sociale, fuori dal mondo del lavoro e dell’istruzione. Anche quello è un giacimento di risorse, talenti ed energie, potenzialmente enorme sprecato nell’abbandono della rinuncia. Abbiamo qualche idea ma sappiamo di battere, tanto per cambiare, un terreno assolutamente vergine.
Insomma non stiamo quieti.
Abbiamo un’ambizione: vogliamo fare della nostra terra un laboratorio, in cui prenda forma una nuova e sostenibile e rispettosa idea di sviluppo. E dove si sperimenti un’originale e inclusiva e aperta idea di comunità. Vogliamo dimostrare che un pezzo di sud vitale e dinamico, come il nostro, sa prendersi il proprio destino tra le mani, anche in una fase difficile e drammatica come quella che stiamo attraversando.
Il cambiamento nasce così: intanto mettendo in condivisione le risorse.
E per riprendere può bastare. Tirate fuori le vostre idee.
A presto
Guglielmo Minervini
assessore alle politiche giovanili