ARCHICOOL PRESENTA FUGHE
Fughe: architettura e musica, a cura di Beatrice Malorgio e Elsa Martinelli, n. 13 della collana “Imagines” – Studi su architetture, ambienti e città dell’Europa, Lecce, Edizioni del Grifo, 2010. Presentazione di Ciro Robotti. Contributi di Elsa Martinelli, Beatrice Malorgio, Gerardo Zaccaro, Delia Mugnaini, Walter Robotti, Biagio Putignano, Elena Meleleo, Patrizia Baldassarre, Gino Pisanò, Saverio Pansini. Volume in 270 pp., figg. b/n nel testo, antologia d’immagini, con elenco ragionato, in 58 tavv. a colori, bibliografia, abstracts in inglese, indice dei nomi, indice dei luoghi.

L’associazione “Archicool” (vincitrice del primo bando regionale per le politiche giovanili Principi Attivi promosso da Bollenti Spiriti) dopo aver dato vita ad una interessante e intensa attività culturale con il progetto SPAZIO ARCHI-CULTURA, ha voluto siglare il suo primo anno di attività promuovendo la realizzazione del volume: Fughe: architettura e musica. Sagacemente riprese nel titolo, “fughe” materiali e immateriali sono i temi metaforici di studio di un corposo volume uscito per i tipi della casa editrice Grifo di Lecce, volendo intendere per esse i punti di fuga di solide e materiche strutture architettoniche, le fughe d’archi, di porte o di finestre che si rincorrono le une nelle altre quando poste in suggestiva visione prospettica, le omonime effimere forme musicali che ebbero la loro età d’oro in epoca barocca (in particolare con i lavori di Bach) in quanto rappresentative di un intero mondo d’arte, le fughe letterarie e poetiche o cromatico-pittoriche, fino a toccare le fughe della mente o quelle dalla realtà. Nelle loro personali indagini di conoscenza sul tema prescelto, le due curatrici del volume, l’architetto Beatrice Malorgio presidente dell’associazione salentina “Archicool” e la musicologa Elsa Martinelli docente del Conservatorio di Lecce, hanno inteso coinvolgere nell’operazione editoriale da esse promossa – scaturita da un progetto regionale per le politiche giovanili che ha consentito di realizzare una varia attività culturale sul territorio, in forma di cenacolo in spazio autogestito, della durata di un anno – un gruppo di studiosi ed esperti, dell’architettura, della musica, della fisica acustica, della letteratura, della storia dell’arte, della storia della danza. Con essi e attraverso i rispettivi “contributi-fughe” confluiti nel volume, o punti di vista maturati anche attraverso incontri e conferenze sollecitati dal citato organismo societario, le due curatrici hanno cercato di addentrarsi, riuscendovi a pieno, nei “labirinti” – in senso proprio e in traslato, se si pensa ai labirinti musicali, a quelli botanici, agli architettonici, ai poetici, o a quelli mentali – di un tema affascinante quanto complesso. Nel volume si ragiona dell’incontro di due mondi apparentemente distanti eppure così intrinsecamente affini: l’architettura e la musica, nei diversi saggi osservate indifferentemente quali scienze artistiche o arti scientifiche. La tecnica e l’arte gentile dei suoni da un lato, con tutte le sue applicazioni e implicazioni, dalla semplice funzione d’arredo sonoro alle sublimi vette d’arte che toccano il profondo dell’animo e sanno mettere in comunicazione il mondo terreno con l’ultraterreno, e dall’altro la tecnica e l’arte dell’erigere e del costruire con calcolo strutture abitative funzionali e armoniche. Esemplificati nel libro, gli esiti di questo felice connubio di due discipline governate dalla creatività e dal pensiero riflessivo dell’uomo richiamano l’attenzione su numerosi progetti “costruttivi”, esperienze, realizzazioni o capolavori agevolmente illustrati e compulsati tra celebri e meno noti, senza limiti crono-geografici, dall’antichità all’età contemporanea, dall’Italia all’Europa, fin oltreoceano. I casi segnalati mostrano al lettore la bellezza e la straordinaria fantasia di più o meno grandi compositori o di più o meno rinomate archistar che li hanno di volta in volta concepiti, delle due discipline presentando aspetti e facies nascosti, impensati, stupefacenti, bizzarri, stravaganti, geniali. Rifacendosi nella titolazione interna alle strutture auree di un antico tempio greco (propilei, plinti, colonne, metope), l’intera materia di studio è organizzata in sezioni-capitoli che secondano alcune tappe canoniche dell’erigere e del costruire: erigere in pianta monumenti, fabbriche, ville, palazzi, teatri, torri, così come comporre suoni, organizzare e sovrapporre melodie, intrecciare armonie in spartito, movenze in coreografia, aggregare e fondere colori e forme su tela, parole su carta, sino a produrre opere d’uso, d’artigianato e d’arte materiali, visive, solide, concrete e architettonicamente praticabili, oppure opere effimere, aeree, impalpabili ed evanescenti come quelle della poesia, della danza, della musica, eppure così incisive nell’animo di chi ne fruisce. Il volume presenta l’insieme delle esperienze escusse non cercando facili mimetismi o accostamenti sorprendenti ma, attraverso ordine, misura e attenta analisi, l’incontro e il dialogo tra due profondità, architettura e musica, legate da rapporti forti e inaspettati e da quella moltiplicazione di significati che da questo incontro ne deriva. La struttura logica intrinseca consente al saggio di andare ben oltre i caratteri del manifesto o della mera didattica, per configurarsi come una sorta di apertura dinamica a un confronto dialettico tra le arti, capace di portare al superamento – e mai alla soppressione – delle successioni temporali e spaziali canonicamente fisse tra esse. Negli intenti delle curatrici il percorso tracciato volutamente spesso a ritroso, fino all’origine prima di architettura e musica, ricalca quello, non dissimile, che porta di volta in volta al progetto e alla composizione, nella consapevolezza che i migliori “progetti” hanno dietro di sé, in forma concentrata, tutto il cammino che storicamente ha dato a queste arti le loro ragioni. È un percorso che entra nei meccanismi interni delle due discipline, li smonta e li riconnette, cogliendone specificità e straripamenti, analizzando un confronto con gli stessi temi e materiali che, nel loro continuo reiterarsi, le contraddistinguono e le definiscono. La particolarità del volume sembra scaturire proprio dalla presenza di un legame stretto e sempre ben espresso tra esperienza progettuale interdisciplinare e riflessione teorica; legame, questo, che si configura come strumento fondamentale nella ricerca di una via che sottragga un saggio così concepito al peso dei dogmi e dei luoghi comuni e lo metta in grado di elaborare un sistema di relazioni che sempre evitano la caduta nel campo dell’arbitrario, dell’ovvio e del fantastico. Il libro ha il merito di restituire un ormai sbiadito ruolo “civile” ad architettura e musica, perché mentre “revisiona” le due arti e scienze del tempo e dello spazio, ne mette in luce le eccezionali possibilità di influire sulla città e la società contemporanee, di rappresentarne dei simboli, delle possibili letture nonché dei campanelli d’allarme. Ha il pregio, inoltre, di mettere in luce una sempre crescente necessità di una loro “rifondazione”, necessità che non può essere taciuta o rimandata e per rispondere alla quale le curatrici non si concedono scorciatoie o divagazioni, né si discostano dal rigore analitico che detta una lettura sempre lucida e articolata. Per raggiungere tale scopo, gli autori intervenuti, ognuno per la sua specifica area di studio, attingono ad altri saperi ciò che serve per far avanzare e meglio comprendere i nessi, le urgenze e le possibilità e per poterne rafforzare e aggiornare gli assunti, mantenendo, altresì, la comunicazione sempre efficace e accattivante. Il saggio esprime, così, una visione del sapere e dell’approccio a tematiche teoriche, ma soprattutto costituisce una concreta occasione perché, oltre a stimolare letture trasversali e inaspettate, dota arti specifiche come architettura e musica, riconfigurandone i ruoli, di un corpus teorico utile a svolgere un ruolo adeguato in un realtà in cambiamento. Uno spaccato particolare ai temi affrontati è offerto da una nutrita selezione di aforismi a firma di autori più o meno celebri della storia dell’umanità che pongono in risalto i valori essenziali delle due discipline. Una ricca antologia d’immagini a colori documenta visivamente e integra l’ampio panorama di lavori ed esperienze sul tema segnalati nei saggi, attraverso dense e significative schede ragionate di commento alle singole tavole. Corposi indici dei nomi e dei luoghi consentono di destreggiarsi nei numerosi itinerari d’indagine proposti dal libro, nel fitto intrico di argomenti che affrontano da diversi punti d’osservazione i concetti di spazio e tempo, di natura e bellezza, di architettura e paesaggio urbano, viaggiando attraverso creazioni meliche, composizioni musicali, componimenti letterari, progetti sonori, visivi e architettonici, tra immagine e suono, tra materia e musica, tra estetica e poesia.
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