Vogliamo dire prima di tutto una cosa ai ragazzi e alle ragazze che da domani dovranno trasformare in realtà le idee messe sulla carta in questi mesi, scontrandosi con i "problemi" del percorso che li attende, si chiamino fideiussione (se esiste ancora) o rendicontazione (questa c'è sicuro, ma c'è tempo per affrontarla a dovere...). 25.000 euro non sono pochi. E' una cifra con cui si possono fare un gran bel mucchio di cose, se il vostro obiettivo non è "fare i soldi" ma realizzare davvero fino in fondo il progetto che avete immaginato. Non spaventatevi se all'inizio incontrerete delle difficoltà; lo staff di BS è pronto a darvi una mano, questo possiamo testimoniarlo; a meno che non facciate qualche irrimediabile cappellata, ci sarà tempo per ritocchi, aggiustamenti e correzioni di tiro. Il bando di BS è ben pensato, in itinere consente la giusta dose di flessibilità, e se sarete in grado di fare rete con gli altri vincitori, di stringere una cento mille partnership, vedrete che alla fine del 2011, oltre a raccogliere i risultati che vi eravate prefissati, avrete posato un mattone, pesante, sul vostro futuro, e su quello della vostra generazione. Oggi è il 31 dicembre, non possiamo fare altro che darvi un doppio in bocca al lupo.
Ma proprio per tutto quello che abbiamo detto, consapevoli di aver sfruttato al massimo la nostra di opportunità, e persuasi andare avanti ora che i soldini della Regione sono finiti, vorremmo sollevare qualche punto di domanda, osare un suggerimento, rivolgendoci a chi BS l'ha pensato, organizzato, realizzato. Il primo consiglio, che è solo un'impressione che aspetta di essere smentita, riguarda la natura dei progetti vincitori. Siamo d'accordo: puntare sulle scienze, la tecnologia, l'ambiente, è un punto di forza per la Puglia - nel solco di quelle eccellenze di cui tanto si parla ma che girando nel Mezzogiorno s'incontrano di rado. Per cui se saranno questi, come sembra a una prima occhiata, i progetti che hanno vinto in prevalenza, non ci lamenteremo. Solo, osserviamo che qualche volta bisogna puntare anche su idee senza ricaduta economica, almeno immediata: la poesia, per esempio, o tutte quelle nobili arti che con i tagli lineari e orizzontali di questo governo (e forse dei prossimi) rischiano di languire (non diciamo sparire perché non siamo apocalittici). La prossima volta, perché non rischiare un po' di più con dei progetti culturali che non siano la solita pizzica? Che al di là del "brand meridiano" vendano anche qualcosa che non ha valore?
Secondo, ed ultimo, consiglio. Una parte dei progetti vincitori del bando 2010 non sono riusciti a partire, a rendicontare correttamente o ad investire la cifra stanziata per intero. Ci sono diversi motivi per spiegare questi fallimenti, non ultimo il fatto di dover anticipare del denaro di tasca propria per ottenere la seconda tranche del finanziameno (quando sei giovane, di soldi in tasca, se non hai santi in paradiso, ne hai pochini). Altri ce l'hanno fatta, ma si sono arenati nel momento in cui - tolto il paracadute della Regione - piombavano nel mercato, con le sue regole inequivocabili. Altri ancora arrancano, pur con tutta la buona volontà di continuare sulla strada intrapresa, e rilanciare. Ebbene, dal nostro, sicuramente limitato, punto di vista, avremmo molti consigli da dare allo staff di BS per evitare che alla fine del 2011 i nuovi arrivati si perdano per strada. Ma non c'è tempo, a quest'ora della notte (o e già mattino), per esporli tutti, e seriamente. Così ci limiteremo ad indicarne uno che ci sembra doveroso e prioritario visto il gran parlare che si fa sul rilancio dell'economia meridionale e altre parole d'ordine che ormai ci credono in pochi.
Il nostro consiglio è abbassare le tasse. Che la Regione s'inventi qualche diavoleria protofederale, o sfrutti rizomaticamente gli spazi di manovra offerti dalla legge e dal governo centrale, per favorire i progetti vincitori da un punto di vista fiscale. Quella delle tasse è la grande promessa mancata di Berlusconi, che segna anche il fallimento del movimento conservatore in Italia (ad eccezione di qualche scopiazzatura all'americana, pur benvenuta, come il Tea Party, il giudizio che danno di questo quindicennio uomini tutti di un pezzo come il senatore Pera è davvero sprezzante). E' una sfida che dev'essere raccolta dalla sinistra di Vendola: attraverso l'investimento di BS, la Giunta ha dimostrato di credere ancora ad un welfare progressivo e propositivo, che non è fatto solo di favori e di prebende. Non è verosimile che in una Regione sorvegliata speciale di Bruxelles - un'area depressa, come ci chiamavano -, per chi decide di fare impresa, o semplicemente di investire nell'associazionismo o nella cooperazione, ci siano percentuali a due cifre da pagare sul lavoro vivo. Non è possibile, se mi va di pagare (bene, perché se lo merita) un collaboratore, un esperto, un consulente, dissanguarsi a furia di ritenute d'acconto e balzelli vari. Non è giusto per chi sta partendo con un progetto, non è giusto per quelli che, risorse esterne, quel progetto faranno crescere.
Chiediamo a Vendola un'area "tax free", del tutto libera da vincoli e versamenti all'erario, che, almeno nel primo anno di attività, permetta a chi ha vinto il bando di BS di spendere fino all'ultimo centesimo nel progetto da realizzare.
Non è uno slogan, credeteci. Nel nostro caso avremmo potuto fare molto di più se fosse già stata avviata una riforma fiscale del genere. Avremmo pagato più docenti, offerto più borse di studio gratuite agli studenti universitari, finanziato un numero maggiore di ricerce sui temi che ci stanno a cuore (la frontiera e l'identità). Ci siamo riusciti lo stesso, sia chiaro, e Questioni di Frontiera va avanti, da quest'anno di tasca sua (caso mai a qualche sapientino ultraliberista venisse l'idea di criticarci perché siamo una creatura dello "statalismo", diciamo che ne esiste anche uno liberale, di Stato, che se funziona fa rima con realismo). Se Vendola vuol rilanciare davvero questo sud, allora ripartiamo dalle promesse tradite del berlusconismo. Abbassiamo la pressione fiscale, combattiamo un sistema tassatorio che a volte ha dell'inquisitorio, offrendo, almeno per 12 mesi - e prima che gli "scaglioni" tornino a fare il loro (giusto?) corso - una piena libertà d'investimento. Non si tratta di evadere o fare i furbi. Chiediamo un solo anno di tempo. In fondo, siamo pur sempre nel mondo dello start-up.