Opening Sources nasceva con l'intento di recuperare e ripristinare funzionalmente computer dismessi mediante l'utilizzo di software open source, per destinare gli stessi ad enti pubblici e ad associazioni: gli obiettivi sono stati raggiunti e il progetto ha consentito inoltre di tracciare una via virtuosa per lo sviluppo sostenibile e per la crescita culturale della comunità in cui è stato realizzato.
Di seguito, in breve, le fasi dello svolgimento del progetto “Opening Sources”
Fase 1) Start Up e assestamento logistico
Il gruppo informale si è costituito come cooperativa e dopo gli adempimenti formali e la sottoscrizione della convenzione con la Regione Puglia “Rehardwareing soc. coop. A r. l.” ha iniziato ad adoperarsi per meglio concretizzare le finalità e gli obiettivi del progetto Opening Sources.
Le prime difficoltà affrontate sono state di natura strettamente logistica: per poter svolgere le attività di recupero e ripristino erano necessari locali sufficientemente ampi, facilmente agibili e disponibili entro i limiti di budget previsti dal progetto. Il reperimento di un locale adatto ha richiesto quasi due mesi, con continue ricerche sul territorio di Rutigliano e dei paesi limitrofi. Tale slittamento è stato il principale motivo della richiesta di proroga avanzata in aprile. Si è proceduto quindi all'allestimento della sede operativa, con operazioni di manutenzione e riparazione della stessa, e con l'acquisto di arredi consoni alle attività previste.
Fase 2) Sensibilizzazione
Si è dato il via ad una analisi dell'effettivo contesto operativo e si è scelto di interfacciarsi con le P.A. locali per avere un miglior mezzo di amplificazione del contenuto eco-innovativo del progetto. Si è proceduto quindi con l'invio di comunicati alle municipalità potenzialmente coinvolte nel progetto con la richiesta di un incontro finalizzato alla chiarificazione delle finalità e degli intenti perseguiti. Nostro malgrado le P.A. si sono rivelate particolarmente poco ricettive e salvo rari casi (nella fattispecie il Comune di Rutigliano, di Noicattaro e solo successivamente il Comune di Noci e quello di Monopoli) non hanno affatto risposto ai nostri inviti.
Si è intanto proceduto con la realizzazione del sito internet, prima statico e successivamente dinamico, al fine di raggiungere il pubblico della rete, che rappresenta il naturale bacino di riferimento per un progetto mirato al trashware come il nostro. Tale scelta si è rivelata efficace ed è stato possibile avviare una serie di contatti con privati (cittadini, ma anche studi legali ed associazioni) interessati a dismettere il proprio parco macchine obsoleto o non più utilizzato.
Per incrementare le possibilità di riuscita del progetto e l'impatto sulla crescita del territorio si è deciso di collaborare con una psicologa del lavoro e con un artista e web designer: la prima, esperta di cultura open source, ha provveduto a ricercare e produrre del materiale didattico (slides) esplicativo utilizzato negli incontri di presentazione; il secondo ha seguito tutta la fase di brand design, la creazione del logo della cooperativa e la progettazione grafica di tutto il materiale pubblicitario cartaceo ed elettronico realizzato.
In seguito, grazie ad una serie di incontri avuti con l'amministrazione, con la collaborazione del Comune di Rutigliano (diventato intanto partner dell'iniziativa) è stato organizzato un incontro di presentazione in cui sono state illustrate le tematiche del progetto e l'importanza del recupero e del riutilizzo dei componenti elettronici, nonché dell'uso di software Open Source al posto di quello proprietario, in particolare in contesti come le amministrazioni pubbliche e le scuole. La presentazione ha suscitato vivo interesse nei partecipanti e ha contribuito ulteriormente ad ampliare il pubblico di persone interessate sia a dismettere in maniera eco-consapevole i propri computer sia ad usufruire dei servizi della cooperativa all'interno del progetto “Opening Sources”.
Rehardwareing ha collaborato con il circolo ARCI “Opificio delle Idee” di Castellana Grotte, partecipando con un info point alla manifestazione GiochiAMOriciclare, coinvolgendo l'associazione ed i partecipanti all'evento nel progetto Opening Sources.
Fase 3) Raccolta e Test
La fase di raccolta è iniziata in maniera naturale, in modo pressochè sincrono con la fase di sensibilizzazione. Quando cittadini, associazioni ed enti pubblici e privati sono entrati in contatto con la cooperativa e con il progetto “Opening Sources” si sono dimostrati immediatamente interessati e propensi a collaborare: dapprima il comune di Rutigliano e poi via via privati, studi legali e associazioni hanno deciso di salvare dal ciclo dei rifiuti i propri computer donandoli alla cooperativa, che ha provveduto a ritirarli gratuitamente e ad allestire una piattaforma di test. Tale piattaforma ha permesso di verificare e studiare in dettaglio le effettive potenzialità dei computer che man mano venivano donati, in modo da stabilire le caratteristiche minimali per la rehardwareizzazione dei computer. Nella fase di test si è provveduto a provare un certo numero di distribuzioni Linux con diversi setup in termini di programmi installati e di ambienti desktop utilizzati. L'intento era quello di individuare una configurazione software compatibile con un gran numero di macchine, localizzata in italiano, che fosse sufficientemente user friendly, anche per coloro abituati a software closed, e adattabile anche su macchine non più recentissime. La lunga fase di test ci ha infine condotti a prediligere una versione di Ubuntu con interfaccia grafica Lxde e con una base software installata estremamente versatile e adatta agli usi comuni.
Frattanto altri enti locali si sono avvicinati alla nostra iniziativa, così come il Comune di Noicattaro che ha contribuito destinando i propri computer dismessi salvandoli di fatto dalla discarica.
Fase 4) Ripristino e Consegna
Approntato il software è iniziata la vera e propria fase di ripristino hardware. Tutti i componenti dei computer sono stati opportunamente verificati e sottoposti a stress test in modo da verificarne la funzionalità, e sono quindi stati assemblati in computer perfettamente funzionanti. La configurazione minima approntata è stata un P3 550 Mhz con 128 MB di memoria ram e scheda video dedicata. Componenti siffatti hanno alle spalle ben oltre dieci anni di vita e lasciano ben sperare circa la quantità di componenti disponibili per la rehardwareizzazione di computer in futuro.
Le caratteristiche del computer rappresentano di fatto un limite inferiore, valido solo per le macchine da usare “stand alone”: grazie al percorso di test effettuato ci si è resi conto delle enormi potenzialità anche di computer più vecchi, in modalità thin client, con dei terminali con caratteristiche minime collegati ad un server cui sono delegati tutti i calcoli.
Frattanto si è approntato un comunicato rilasciato agli organi di stampa locali per invitare le associazioni a fare richiesta di un computer Rehardwareing: le numerose domande pervenute entro i termini di durata del progetto sono state soddisfatte secondo una graduatoria basata sull'ordine di arrivo delle richieste. Anche le domande pervenute al di fuori dei termini del progetto sono state prese in considerazione e verranno soddisfatte compatiblimente con la disponibilità dei terminali e con le esigenze organizzative della cooperativa. Le consegne dei computer, avvenute gratuitamente anche successivamente al termine della convenzione, sono state puntualmente accompagnate da brevi lezioni sull'utilizzo del sistema operativo e dei software installati sulle macchine.
Conclusioni
Dopo undici mesi di lavoro il progetto “Opening Sources” si è concluso. Tanto lavoro è stato fatto dal gruppo promotore: in ambito puramente informatico per capire le effettive potenzialità che i componenti hardware dismessi ancora possedevano e in ambito comunicativo per veicolare le tematiche su cui il progetto si incardinava. Il recupero, il riciclo, il riutilizzo dei componenti informatici e l'utilizzo del software open source sono stati promossi come veicolo di crescita economica, culturale e sociale ecosostenibile e rispettosa degli individui e delle competenze dei singoli.
I risultati ottenuti sono stati in linea se non al di là delle aspettative: circa il 70% e a particolari condizioni addirittura il 90% del materiale dismesso è risultato recuperabile; oltre dieci associazioni hanno potuto ricevere un computer in maniera totalmente gratuita e numerose altre lo riceveranno a breve; centinaia di persone sono state raggiunte dal messaggio lanciato e hanno compreso le potenzialità insite nel percorso intrapreso, diventando il primo megafono delle finalità sociali ed ecologiche perseguite.
Un ciclo virtuoso è stato innescato e numerose altre realtà quali P.A. e scuole si sono rivolte a Rehardwareing oltre i termini del progetto per usufruire dei servizi di recupero e ripristino forniti.
La cooperativa proseguirà con le sue attività, sempre all'insegna del motto che ha animato i soci fondatori sin dalla redazione del progetto:
- Un computer, a basso costo, per tutti -