Siamo arrivati alla fine del nostro viaggio nel Parco del Negroamaro attraverso la storia recente del vino e del suo popolo. Una indagine storica, agri-culturale ed eno-economica che sa dell'antico odore di mosto che invade i paesi della zona del Salice doc nei giorni della vendemmia, e che nei primi giorni di settembre del 1957 si mischiò con quello della polvere da sparo.
Tramite la realizzazione della nostra idea progettuale si è analizzato un episodio cardine della crisi vitivinicola che colpì il Mezzogiorno d’Italia nel 1957, come primo passo per la conoscenza e la valorizzazione culturale di un territorio caratterizzato dalla prevalente coltivazione e produzione del Negroamaro.
Ricostruire ciò che è avvenuto nel 1957 in alcuni comuni del Tavoliere salentino non ha rappresentato una mera, seppur significativa, operazione storica, ma ha consentito di individuare similitudini e differenze, di analizzare cause ed effetti di problematiche insite nel tessuto economico, sociale e produttivo dell’intero territorio regionale, in definitiva di stimolare la riflessione su molteplici argomenti.
Nella prima fase ci siamo dedicati alla ricerca delle fonti relative alla crisi vitivinicola degli anni Cinquanta e alla rivolta del 1957.
Abbiamo consultato ed esaminato la documentazione conservata presso archivi storici comunali e archivi privati, gli Archivi di Stato di Brindisi e Lecce, l’Archivio Centrale dello Stato, biblioteche ed emeroteche del territorio regionale e nazionale. In ogni istituto visitato, è stata poi avanzata una richiesta di riproduzione della documentazione ritenuta più rilevante e si è man mano proceduto alla schedatura delle singole unità riprodotte. Per far ciò ci siamo anche avvalsi della collaborazione di tre persone esterne all’associazione, che sotto la nostra supervisione hanno svolto il lavoro di ricerca, catalogazione e schedatura dei documenti nonché all’allestimento della mostra.
Pur trattandosi di materiale destinato a formare una raccolta organica di nuova costituzione, se ne sono analizzate le relazioni non solo tra le singole unità, ma anche con i fondi di appartenenza, i soggetti conservatori e i soggetti produttori delle fonti originali. I criteri organizzativi della raccolta sono stati individuati sulla base del contenuto delle fonti descritte, che ci hanno orientato al raggruppamento della documentazione secondo percorsi tematici con un ulteriore ordinamento interno di natura cronologica.
Parallelamente alla raccolta del materiale d’archivio, ci siamo dedicati (e continueremo a farlo) alla realizzazione di interviste orali ai testimoni diretti delle vicende narrate e a studiosi del settore, per permettere la raccolta, la catalogazione e la fruizione dei documenti registrati su supporto audio e video nonché sul portale multimediale. È stato indispensabile integrare le fonti scritte con le testimonianze dirette per analizzare compiutamente un episodio storico che ha lasciato poche tracce disseminate in istituti non collegati ed esposte ai segni del tempo e dell’incuria. In questo modo è stato possibile documentare una visione diversa e complementare, basata sulla memoria e sull’interpretazione, rispetto a quella istituzionale. Anche in questo caso, le riprese e la postproduzione delle videointerviste sono state eseguite con l’apporto di un collaboratore esterno, sempre sotto la nostra supervisione.
Il materiale emerso nelle prime fasi di ricerca ci ha permesso di costituire una raccolta organica in parte confluita nel sito www.laguerradelvino.it e in una mostra documentaria. Il portale contiene documenti ufficiali in gran parte inediti, articoli di giornale e carteggi privati, oltre alle videointerviste ai protagonisti. Siamo partiti dall'idea di un web-documentario, fruibile on line dall'inizio alla fine, oppure on demand, a seconda delle esigenze dell'utente. Un archivio storico multimediale, facile da usare e bello da vedere. La mostra si compone di 120 pannelli tra fotografie, manifesti e documenti dell’epoca e, per il momento itinerante, diventerà installazione permanente presso il centro di documentazione, “La Casa della Memoria”, allestito nel comune di San Donaci.
Una sintesi di tutto il materiale raccolto ha dato vita alla pubblicazione “La guerra del vino” edita da Manni: uno strumento di corredo alla mostra per agevolarne la fruibilità e la comprensione.
C'è poi una parte “immateriale” del percorso che “In vino veritas” ha compiuto in questi mesi. Ed è il viaggio attraverso le eccellenze e i cervelli del nostro territorio: web factory, artisti, professionisti della comunicazione, archivisti, economisti, editor, la stragrande maggioranza dei quali al di sotto dei 35 anni, che confermano che una Puglia migliore c'è, esiste, lavora tutti i giorni con entusiasmo. E con entusiasmo ma con obbiettività guarda al progresso e al futuro di questo territorio.
Il follow up di questo progetto, che veniva anche da noi stessi considerato un po' zoppicante, comincia invece ad affacciarsi prepotentemente all'orizzonte delle attività della nostra associazione, che vuole trasformare la memoria in resistenza, e la resistenza in progresso. Principi Attivi ha dato l'opportunità di mettere intorno a un tavolo uno stralunato e trasognante “gastrofilosofo musicale”, un regista che ha raccontato e continua a raccontare il Sud-Est, un produttore cinematografico che da una storia di “resistenza gastronomica” ha tratto un film documentario di successo, e probabilmente anche uno dei grandi nomi del jazz italiano.
Nel frattempo, continuano gli incontri di presentazione del progetto nei comuni coinvolti e in altri comuni del territorio regionale e nazionale. “In vino veritas” continua a percorrere in lungo e in largo il Salento raccontando una piccola storia del Sud salita alla ribalta della cronaca nazionale producendo discussioni e proposte per il futuro del vino e del suo popolo in Puglia. Interessante è anche l’attenzione riscontrata dal mondo della scuola: ad oggi circa trecento sono gli alunni delle scuole medie superiori e inferiori del territorio che hanno visitato la mostra.
Regaliamo passione a chiunque incontriamo sulla nostra strada, ma ne riceviamo in cambio mille volte tanto, in questo avvincente viaggio tra l'enologia salentina di ieri e di oggi, i suoi luoghi e i suoi volti.