Con il progetto "CONOSCERE e VALORIZZARE LA GRAVINA IPOGEA", ci siamo messi in gioco; oggi molti nostri coetanei preferiscono "scappare", lasciare la propria regione alla ricerca di possibilità lavorative migliori altrove! Sono venute meno alcune collaborazioni che ci avrebbero agevolato nel nostro lavoro, ma questo non ci ha demoralizzato; altri contatti e confronti abbiamo avuto con associazioni di paesi della Provincia di Taranto (Massafra, Palagianello, Ginosa,...) e di Matera che presentano un territorio simile a quello di Gravina, ma che, in alcuni casi, hanno già goduto di interventi, anche minimi, di recupero e valorizzazione dello stesso. Dopo le prime difficoltà abbiamo trovato il sostegno, non economico, della amministrazione comunale che ci ha concesso i permessi per potere accedere nei sotterranei di demanio pubblico e fare gli opportuni rilievi, in particolare in quello che era l'antico fossato che circondava le mura.
Abbiamo stabilito dei rapporti con il Politecnico di Bari, in cui si sta conducendo una ricerca PRIN "Progettare il sottosuolo: creazione di linee guida alla progettazione architettonica per il recupero e la valorizzazione del sottosuolo urbano ed extraurbano". Obiettivo primario di questo PRIN è stato il riconoscimento delle regole (tipologiche, costruttive) e dei valori incorporati in questo patrimonio architettonico, attraverso lo studio dei siti di Bari, Canosa, Fasano, Ginosa, Gravina in Puglia, Massafra, Palagianello, al fine di ottimizzarne il ruolo nel contesto insediativo e fruitivo contemporaneo, caratterizzato dal crescente valore dell'identità locale nel contesto della globalizzazione.
Continuando a credere nell'essenza nascosta di Gravina, che vogliamo portare alla luce, il nostro progetto aveva tre obiettivi:
- portare alla luce la città sotterranea che pochi conoscono e ridefinire la storia della città, sfatando i miti cittadini, i quali si fondano solo su intuizioni poco, se non per nulla, documentate;
- la "conoscenza", parola chiave del nostro intervento progettuale, che si può raggiungere soltanto attraverso un approccio diretto al territorio, attraverso i mezzi che soltanto tecnici e architetti possono programmare al fine di ottenere dati più certi per smentire o confermare tesi precedenti;
- creare un polo di turismo culturale per rendere al nostro paese il posto che le spetta nella regione Puglia, individuando itinerari e percorsi ipogei, in modo da fare del nostro amato paese una meta turistica prestigiosa.
Tre le parole chiavi che ci hanno guidato in questo percorso che a catena rappresentano azioni che si interconnettono tra loro: conoscenza-recupero-tutela-valorizzazione.
Mettendo sempre al primo posto la conoscenza, siamo riusciti ad avviare già azioni di recupero e valorizzazione di alcuni ipogei, nonché di progettazione per un recupero e valorizzazione a più ampia scala, che prevede l'intervento di privati, amministrazione locale, provinciale e regionale e la collaborazione tra gli stessi. Raggiungere il terzo obiettivo, di follow-up, richiede molto tempo, in cui agire sulla conoscenza dei luoghi, sulla formazione di professionisti, sulle collaborazioni con e tra le istituzioni e sulla riappropriazione di una identità di paese persasi nell'oblio del tempo.
Poiché il centro storico di Gravina in Puglia è interamente costruito su cavità sotterranee, rilevarle tutte, in un anno, risultava impossibile, perciò si è preferito rilevare gli ipogei nelle zone riconducibili ai torrioni delle antiche mura e fare dei rilievi in zone campione di modo da individuare alcune delle tipologie che occupano il sottosuolo gravinese:
1. Cantine a più livelli;
2. Foggiane;
3. Cisterne;
4. Palmjiente o cantine vinicole;
5. Ossario;
8. Torrioni e mura;
Scendendo negli ipogei per rilevare, e in seguito elaborare la situazione di fatto dei siti, sfogliando libri e documenti storici in varie biblioteche ed archivi abbiamo cercato di fare chiarezza, anche, sui falsi miti riguardo le antiche mura con annessi torrioni e fossato.
La nostra attività ha rilevato non solo quanto bella sia questa realtà nascosta sotto i nostri piedi, ma anche e soprattutto quanto il loro abbandono abbia portato a perdere parte di questo patrimonio di importanza storica e di archeologia industriale; il loro abbandono è pericoloso, poiché potrebbe nascondere dei pericoli per l'incolumità delle persone e delle cose in superficie. È quello che abbiamo sottolineato, anche, nell'evento BIUTIFUL CAUNTRI in collaborazione con Intergea, società di produzione teatrale e cinematografica di Gravina in Puglia con sede operativa a Roma, il 6 marzo 2010. Presentare questo documentario a Gravina in Puglia ha significato, non solo, avere un importante rappresentante del cinema italiano contemporaneo nel nostro paese, ma anche, sollevare il problema ambientale nel territorio dell'Alta Murgia. Sollevare il problema e dibattere su di esso ci aiuterebbe non solo a far luce sulla questione delle discariche abusive nel nostro paese, che negli ipogei sono nascoste, ma anche ad elaborare quegli interventi atti a risolvere la questione stessa.
C'è un sottile equilibrio tra superficie e sottosuolo da non ignorare; per questo è necessario conoscere quello che nasconde il sottosuolo e riappropriarsi dell'antico rapporto con lo stesso, fonte di innumerevoli risorse.
Il timbro del nostro lavoro è stato prettamente tecnico-scientifico all'inizio, per cui rivolto ad una ristretta cerchia di utenti, ovvero coloro che hanno una data formazione; per fare conoscere questa realtà ad una più ampia ed eterogenea tipologia di utenza, in particolare agli stessi proprietari, la maggior parte privati, che ignorano l'esistenza di vere "cattedrali" sotto i loro piedi, abbiamo ritenuto necessario utilizzare altri mezzi di comunicazione.
Fondamentale è portare la gente in questi siti per avere un contatto diretto con tali luoghi, ma noi non ci siamo occupati , e non lo faremo per il momento, di visite guidate, poiché per arrivare a questo c'è bisogno di interventi di messa in sicurezza e di accordi con i legittimi proprietari.
Abbiamo lavorato alla conoscenza dei luoghi attraverso immagini, filmati, articoli e installazioni nei siti ipogei e soprattutto ad recupero delle radici e dell' identità di popolo, partendo dalla materia prima, il tufo, dalle conoscenze primarie della nostra storia e del nostro territorio.
E tra un rilievo e l'altro underGRA' non si è lasciata sfuggire l'occasione per denunciare una situazione di degrado: durante un' escursione nel rione antico di Gravina in Puglia, il Piaggio, abbiamo constatato l' ennesimo episodio di indifferenza sullo stato di abbandono in cui versa uno dei luoghi in cui si sono formate le radici della civiltà gravinese; in particolare, l'implosione di casolari della zona nei relativi ipogei!
Visto che l'associazione underGRA' ha il fine di portare alla conoscenza della cittadinanza, il patrimonio di Gravina in Puglia e soprattutto il suo stato di fatto, per la sua tutela e valorizzazione, si è redatto un articolo-denuncia, pubblicato sul giornale locale "CONTESTO"- ANNO1 num. 2 di Maggio 2009. L' articolo denuncia la condizione in cui versa il Piaggio e l'indifferenza della cittadinanza per questo luogo, per la nostra memoria, le nostre radici.
"Gravina frana, si sfalda e ci lascia lacrime di pietra; muore lentamente nei sui angoli più celati, cerca di attirare la nostra attenzione, ora con una lesione, ora con un crollo, ma noi non abbiamo tempo e voglia di ascoltarla; forse perché non abbiamo più un "sentimento" che ci spinge a farlo." Questo è quello che underGRA' ha denunciato nell'articolo "SE SAPESSI COME FAI A FREGARTENE COSì DI ME...":
La gente ha continuato ad ignorare e allora underGRA' ha cercato di portarla in questi luoghi dimenticati con un video, il cui protagonista è stato Tommy Colonna, il barman del locale più frequentato del centro storico di Gravina. Tommy è stato il "testimonial" del Piaggio e della sua decadenza e attraverso "FINCHE' C'E' (A)MORTE C'E' SPERANZA..." ha insegnato agli altri gravinesi il percorso per arrivare in questi luoghi e vedere quello che non vediamo, perché un sentimento forte non ci spinge a riconoscere questi luoghi come nostri e a non abbandonarli!
Ma per ridare a Gravina e al suo popolo una propria identità bisogna partire dal principio: il "tufo", ovvero la calcarenite di Gravina, ha determinato lo sviluppo urbanistico ed economico del nostro paese, e quindi di Piaggio e di Fondovico in primis. Partendo dal "tufo", un materiale di straordinaria malleabilità, i nostri avi e la natura stessa hanno dato al nostro territorio le sue attuali conformazioni urbanistiche ed ambientali....
Nel sito ove si doveva costruire un palazzo, si scavava il tufo, che di esso avrebbe costituito i muri; i luoghi scavati erano reimpiegati a seconda delle esigenze (ossari, cantine vinicole, fogge..)
UNDERGRA' ha indetto il concorso fotografico- Luglio 2009- LacrimediPietra09 con lo scopo di sensibilizzare fotografi professionisti e non alla nostra terra: Cosa resta di questo legame tra l'uomo e la pietra, tra Gravina e la "sua"pietra, tra l'uomo e Gravina? ..........lacrime! LACRIME DI PIETRA!
Solo segni, tracce, solo un vago ricordo di un bisogno impellente di rapportarsi con le risorse offerte dal territorio, perché dal tufo e dal torrente Gravina è nato tutto!....
Ne restano molte testimonianze di questo indispensabile rapporto, nel passato, tra uomo e territorio, tufo e territorio, superficie e sottosuolo. Abbiamo voluto provare, con la fotografia, a scuotere gli animi, a riportare alla ribalta il TUFO, protagonista indiscusso del nostro territorio, ma, ormai, quasi disconosciuto.
Questo concorso fotografico, ha riconosciuto i meriti di fotografi protagonisti e non, che hanno meglio interpretato il tema, facendo della fotografia uno strumento comunicativo, un mezzo espressivo, che smuove nell'anima, come fa una poesia o una canzone, un sentimento per troppo tempo sopito da ogni singola persona di questo paese. Il soggetto delle foto, il "tufo", è stato osservato da tre diversi punti di vista:
- nelle cave: luoghi senza tempo, luoghi usati e abbandonati; luoghi di grande suggestione e discariche a cielo aperto. Esse offrono impressionanti immagini di calco negativo della città, che hanno contribuito a edificare pilastri, navate, scaloni, ripiani;
- nell'habitat rupestre: dalle grotte alle chiese, dai sepolcri alle cantine, scavate ai primordi dalla natura e modellate in seguito dall'abilità dell'uomo ;
- nelle tracce: scarti di quel legame tra l'uomo e la pietra; di quello che l'uomo lascia cadere e di quello che al tufo ha sostituito; scarti di un'artigianalità in declino e di un abbandono dell'antica finezza che l'uomo ha donato al tufo nei secoli precedenti.
In questa prima edizione del concorso, la mostra fotografica è stata allestita presso la Chiesa dell' Annunziata al borgo in via Borgo nel centro storico di Gravina in Puglia dal 26 al 30 settembre 2009...vi diamo alcuni numeri: 33 i partecipanti, 96 le foto in gara, 3 temi, 3 i vincitori, 5 i giurati e migliaia di visitatori!
È stata un'occasione per fare riscoprire una chiesetta, una delle più antiche del paese, ai nostri concittadini, nonché per descrivere, attraverso i talenti che si sono iscritti a questo concorso, la vita del TUFO di Gravina, estratto dalla cava per costruire, scavato dall'acqua e dal vento e modellato dall'uomo nell'habitat rupestre: di tutto questo non restano che tracce!
L'evento ha riscosso successo, avendo visto una risposta positiva dal pubblico locale e non, che si può leggere in termini di affluenza, nonché nei complimenti ed incoraggiamenti che ci sono stati rivolti e lasciati nei post-it.
A concludere l'evento in bellezza, la sera del 30 Settembre, è stato uno spettacolo teatrale di DONATO PATERNOSTER e SAVERIO PATERNOSTER, che hanno messo in scena e "musicato" alcuni episodi scritti dallo stesso Saverio Paternoster e altri tratti dal "PIAGGIO" di ANDREA RIVIELLO, facendoci rivivere nelle atmosfere dolci e melanconiche con "CI NASC QUADR NAN POUT MURI' TUNN".
Il lavoro di Donato e Saverio va in parallelo a quello di underGRA' per il comune obiettivo di tutelare e portare alla conoscenza di tutti il patrimonio artistico- culturale-ambientale e le tradizioni della nostra terra... un percorso che si legge anche in dialetto, quel dialetto che nel prossimo futuro potrebbe scomparire.
E questa chicca di spettacolo, propostaci all'ultimo momento, è stata inserita nel contesto di LacrimediPietra 09, poiché ha rappresentato per noi, la ciliegina sulla torta, la giusta conclusione di questo evento, per il comune messaggio intrinseco che trasmette.
La mostra è stata riproposta a fine marzo 2010 in un ipogeo in via Orsini, abbinandovi un'installazione artistica in cisterna, VEDO IL MIO PAESE MORIRE: un manichino nudo è personificazione della nostra Gravina! Una città bella, ad oggi denudata della sua identità, delle sue bellezze, che sta morendo lentamente senza che nessuno faccia qualcosa per salvarla! È condannata alla gogna, mentre tutti, le maschere, restano inerti a guardare!
La conoscenza e promozione del territorio gravinese parte da qui, dai primordi, rivolgendosi prima al popolo gravinese per potere attuare interventi più forti di recupero e valorizzazione del territorio, dopo un recupero dell'identità di popolo!
La conoscenza di un particolare, degli ipogei, necessita della conoscenza del generale; è per questo che abbiamo realizzato delle tovagliette per pub, create nella grafica dall'associazione, con l'intento di dare visibilità all'associazione e a quali sono gli obiettivi per cui è nata: in essa si stimola, attraverso test e giochi, la curiosità, la conoscenza del territorio gravinese, a coloro che attendono seduti ai tavoli dei pub la loro portata. È stato un modo, di arrivare con il cibo, anche a fare cultura e a sensibilizzare il gravinese medio alla conoscenza del proprio territorio, per potere meglio apprezzare le sue bellezze, attraverso immagini, pillole di curiosità, ecc. sulla nostra Gravina di Ieri e di oggi.
È stato un esperimento: i pub sono sempre molto pieni di giovani e non, l'obiettivo è stato che essi interloquissero tra loro di Gravina e per Gravina e fossero, davanti ad una pizza, stimolati a ricercare le proprie origini nei libri e tra le vie del centro storico.
Non tutti hanno la possibilità, o per natura, la voglia di comprare libri per conoscere; noi abbiamo dato la possibilità, mangiando, di conoscere; perché il cibo e la tavola sono i mezzi più diretti per comunicare a diverse fasce della popolazione: mangiando s'impara!! E allora "MANGÉTE DE CHÊPE" è il titolo dato alla tovaglietta.
Non solo la tovaglietta è stata un' operazione di marketing dell'associazione, ma è stato anche un modo per porre le basi per la conoscenza del territorio, prima che si esplori il mondo oscuro dell'ipogei. Per conoscere quello che c'è sotto bisogna conoscere prima quello che vediamo in superficie come per comprendere meglio quest'ultima è necessaria la conoscenza del sottosuolo!
Pensiamo che sia opportuno partire dalle basi più primitive per poter ridare a tutti, tecnici e non, quel forte sentimento che li lega al proprio territorio e che li porta a fare di tutto per recuperarlo, promuoverlo, valorizzarlo!
underGRA' ha stabilito un rapporto anche con l'ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) che sta progettando una "Rete delle Città Sotterranee"; iniziativa volta ad unire i Comuni che presentano sotterranei archeologici o di palazzi storici, ipogei, criptoportici, camminamenti difensivi ma anche sistemi idraulici, grotte, cunicoli di varia natura, pozzi, acquedotti.
Il progetto si colloca sia in ambito turistico-culturale in quanto si potranno promuovere gemellaggi tra città italiane ed estere- i primi contatti sono con Parigi, Londra, Berlino e Cracovia - e realizzare pacchetti di "Viaggi negli abissi cittadini"; sia in ambito economico, perché si potranno avviare iniziative di marketing territoriale al fine di promuovere le aree interessate, favorendo anche la ricerca archeologica urbana ed il recupero della progressione storica dei territori e l'organizzazione di mostre e convegni, corsi di speleo- archeologia urbana. Nel progetto la Rete realizzerà annualmente una Guida alle Città Sotterranee d'Italia, un sito web e altre pubblicazioni.
Il primo comune ad aderire alla rete è stato Narni (Terni); ad aggiungersi a quella di Rieti, l'adesione di grandi città - tra cui Torino, Milano, Roma e Napoli - e piccoli centri, come Poggiorsini, Trinitapoli e anche Gravina in Puglia, per la creazione di itinerari turistici sotto il suolo.
Questo progetto dell'ANCI ci predispone a sperare nella realizzazione di quanto sperato per il follow-up, che seguirà allo studio, alla divulgazione e conoscenza del territorio.
Lavorando per la seconda edizione di LACRIME DI PIETRA, la cui mostra è stata realizzata in un ipogeo a fine settembre 2010, abbiamo denunciato come in molti, ma non tutti, dopo quasi due anni del nostro lavoro, sono rimasti sordi e ciechi.
STT, il 17 Luglio presso la chiesa dell'Annunziata al Borgo, è stata un'installazione, aspettando Lacrime di pietra 2010, in cui si è detto in faccia a tutti "SIAMO TUTTI TUFI" e tra le righe "SIAMO TUTTI STUFI": Insoddisfatti, ma immobili, gretti, ....attendendo che arrivi una mano dal cielo per salvarci e cambiare la nostra condizione sulla via dello sfacelo!
È stato un appello ad agire tutti per migliorare le condizioni del nostro paese!
Ed il tufo è rimasto il protagonista della seconda edizione di LACRIME DI PIETRA (mostra 26-30 Settembre- concorso indetto a Maggio 2010 con scadenza il 31 Luglio 2010): in mostra gli scatti di professionisti e non, di gravinesi e non, dei luoghi noti e non di Gravina in Puglia in un sito, chiuso da tempo e riaperto per l'occasione, una delle cantine del palazzo Ducale degli Orsini.
UNDERGRA' ha chiesto di scrutare il mondo del tufo in:
- FRAMMENTI DI VITA: l'arte di estrarre il tufo, di modellarlo, utilizzarlo in architettura ed arte; una lente di ingrandimento sui "particolari", sui dettagli, sui segni che le artigianalità locali hanno creato nelle cave, nelle case, chiese, strade, cantine....... per le vie di Gravina!
- FRAMMENTI DI MEMORIA: frammenti del Piaggio, rione più antico di Gravina, ghettizzato, dimenticato, un "microcosmo scivolato in una crepatura della storia e lì abbandonato": questi ruderi rappresentano l'emblema di Gravina: città benedetta da Dio e maledetta dagli uomini!
I frammenti sono parte dell' "intero" e nella distruzione un frammento descrive una realtà più dell' "intero". Qui è stata richiesta una ricerca di "particolari" architettonici, di segni, che più dell' "intero" raccontano la storia di un edificio, di una chiesa, di un monumento, di chi li abita e frequenta, dell'epoca in cui sono stati realizzati!
Un'allestimento su tre livelli ha previsto la collaborazione con ragazzi dell' Accademia delle Belle Arti di Lecce per la realizzazione di un' installazione di arte contemporanea, e con il designer Arch. Marisa Buonamassa che ha disegnato il premio, per le due categorie, in tufo, dimostrando come il tufo si pieghi ad una forma moderna di arte e funzionalità: IL TUFO è ANCHE DESIGN!
Speriamo resti negli annali il libro (primo prodotto di follow-up abbinato alla mostra che ha valorizzato l'ipogeo in cui è stata allestita) che contiene le foto delle due edizioni di LACRIME DI PIETRA e che col nostro lavoro multidisciplinare abbiamo toccato le corde di molti e abbiamo aggiunto tanti tasselli alla storia ed evoluzione del nostro paese, augurandoci un futuro migliore con nostro lavoro, che possa continuare ancora per migliorare Gravina in Puglia, "CITTA' BENEDETTA DA DIO E MALEDETTA DAGLI UOMINI!"