Subito dopo aver ricevuto la comunicazione ufficiale dalla Regione Puglia che il nostro progetto “Il giardino dei semplici” era stato ammesso al finanziamento previsto dal bando di Principi Attivi, abbiamo stipulato un contratto di locazione per un piccolo locale da adibire a sede legale della nostra associazione, e successivamente lo abbiamo arredato con un minimo di attrezzatura ( Pc, fax, fotocopiatore, materiale da cancelleria, telefonino e altro) per cominciare ad attuare il progetto. Abbiamo inoltrato al Direttore dell’Agenzia del Demanio - Filiale Puglia - la richiesta di comodato d’uso o in affitto delle aree demaniali su cui coltivare le piante officinali e contestualmente abbiamo cominciato a prendere contatti con le principali aziende italiane che producono piante officinali chiedendogli la disponibilità a incontrarci per presentare il nostro progetto, raccogliere utili suggerimenti, valutare eventuali possibilità di collaborazione. Il primo a risponderci è stato il comm.Valentino Mercati, Presidente del gruppo ABOCA spa, leader del mercato italiano nella produzione e trasformazione delle piante officinali, e il 14 dicembre del 2009 abbiamo visitato la sua azienda di Pistrino di Citerna (PG) guidati dalla dott.ssa Sara Mercati, responsabile della produzione delle piante officinali. E’ stata un’esperienza straordinaria e proficua per i numerosi consigli che ci sono stati dati per cominciare la nostra attività. La dott.ssa Mercati, per esempio, ci suggerì di avvalerci per lo sviluppo del nostro progetto della consulenza tecnica del dr. Andrea Primavera, Presidente della Federazione Italiana dei Produttori di Piante Officinali, uno tra i maggiori esperti del settore a livello europeo. Dopo vari contatti con il dr. Primavera finalmente ottenemmo la sua disponibilità a farci da consulente e il 02/02/2010 ci siamo incontrati a Trinitapoli per fargli conoscere i terreni destinati alla produzione (ottenuti in comodato d’uso gratuito dalla Sig.a Sarcina Maria in sostituzione di quelli demaniali richiesti per i quali ancora oggi non abbiamo ottenuto alcuna risposta), procedere ad una loro analisi chimico-fisica e impostare uno studio idro-climatologico del luogo. Nel corso dell’incontro il dr. Primavera ci presentò le migliori tecniche di produzione e trasformazione delle piante officinali (p.o) e ci fornì indicazioni relative alle fasce più redditizie di mercato su cui avremmo potuto puntare (settore degli infusi, della cosmesi, delle aromatiche ecc.). Successivamente a questo incontro il consulente, sulla base dei risultati ottenuti dalle sue analisi e dallo studio climatologico del luogo, ci ha comunicato le possibili piante da produrre e i migliori vivai nazionali dove poterle acquistare. Così, in attesa di ricevere dal vivaio scelto le piantine ordinate (1000 di lavanda, 1600 di timo, 1600 di menta, 1600 di maggiorana, 4100 di angelica, 5000 di santoreggia, 1500 di verbena) abbiamo cominciato a preparare il terreno con mezzi meccanici e predisposto l’impianto d’irrigazione. Finalmente, nella seconda quindicina di maggio c.a. le piantine sono state messe a dimora avvalendoci di prestazioni bracciantili fornite da esperti lavoratori del nostro territorio che fino a quel momento non avevano mai visto una piantina di p.o. ma che, ciononostante, manifestarono grande interesse per il nostro progetto nella speranza che fosse diventato una nuova e redditizia occasione di sviluppo in un'economia locale basata su un’agricoltura sempre più mortificata e incapace di produrre reddito. Ancora oggi non ci è facile esprimere le emozioni provate nel curare quotidianamente le piantine che, per nostra scelta, non trattiamo con prodotti chimici e ci ripagano con una crescita sana e vigorosa manifestata da un’esplosione di colori e odori ineguagliabili. Ci sono problemi ancora non risolti, come per esempio la competizione in campo tra le piante officinali e le erbe spontanee infestanti (quest’ultime tendono a prevalere sulle p.o.), perché la rimozione delle infestanti è possibile solo manualmente e ciò ci procura un pesante aggravio di spese. Un altro problema irrisolvibile è dovuto al fatto che il tempo e il finanziamento che ci sono stati concessi per realizzare il nostro progetto non ci consentono di trasformare la massa verde prodotta in essiccato così come richiede il mercato. Quando avremo disponibilità, quindi, cercheremo di conferire la massa verde prodotta alle aziende capaci di poterla essiccare. Perciò saranno determinanti la capacità produttiva dei nostri terreni e la qualità del prodotto ottenuto per raccogliere soddisfacenti previsioni di mercato a cui affidare il nostro futuro imprenditoriale. Già, perché se ci saranno concessi altri finanziamenti vogliamo andare avanti con il nostro progetto aumentando l’estensione della superficie di produzione e realizzando un’adeguata struttura per attuare l’essiccamento delle p.o. e lo stivaggio del prodotto ottenuto.
Angelica Archangelica
Santoreggia montana