Questioni di Frontiera
di Maria Teresa Lenoci*. Il primo rapporto del Pentagono sulla forza militare iraniana lancia un nuovo allarme. Sembra infatti che il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica continui ad estendere i suoi tentacoli nell’emisfero occidentale e in America Latina. Secondo una relazione resa nota dal Washington Times, i Qods, le truppe d’assalto islamiste dispiegate in tutto il mondo per promuovere gli interessi iraniani, si stanno rifacendo sotto soprattutto in Venezuela, un Paese guidato da un Presidente, Hugo Chavez, dichiaratamente antiamericano. Il rapporto specifica le modalità del finanziamento iraniano nei confronti di gruppi estremisti in giro per il mondo. In America Latina, scelta per la vicinanza fisica agli Stati Uniti, il sostegno comprende fornitura di armi, finanziamenti e addestramento paramilitare. Principale appoggio di queste formazioni terroristiche sono le ambasciate iraniane e le istituzioni culturali, caritatevoli e religiose. A Teheran non interessa che siano i principi religiosi a guidare gli eversori, che anzi, in molti casi, non la pensano alla loro maniera. Ad esempio il rapporto cita il supporto iraniano nei confronti dei Taliban e dei loro leaders, nemici storici ma che vengono appoggiati in funzione antiamericana in Afghanistan. All’Iran interessa solo allargare la propria sfera d’influenza a prescindere dalle convinzioni politiche, ecco perché i Qods lavorano anche con quel che resta della insorgenza irakena e sarebbero responsabili di alcuni tra i più sanguinosi attentati degli ultimi 30 anni in tutto il mondo. A tirare le fila, sia pur informalmente, l’onnipresente guida suprema Khamenei.
Spezzoni dell’establishment americano sembrano aver inquadrato il problema, capofila il Segretario alla Difesa Robert. M. Gates, denunciando la pericolosità della potenza di fuoco iraniana e del suo rilancio nucleare. Ahmadinejad sta ampliando l’arsenale di missili balistici in grado di tenere sotto tiro non solo il Medio Oriente (e soprattutto Israele) ma anche l’Europa Centrale. Razzi più precisi, più letali e tecnologicamente più avanzati. E ancora: Teheran sta sviluppando armi asimmetriche, velivoli senza piloti e sta migliorando la difesa delle coste per arrivare a coprire tutto lo Stretto di Hormuz, da cui passa il 40% del greggio mondiale. Insomma è vero che gli Stati Uniti e i suoi alleati hanno una potenza militare sofisticata e addestrata, ma se ci dovesse essere un conflitto in territorio iraniano, i padroni di casa presenterebbero il conto con una forza formidabile. E se non accadrà su territorio iraniano, gli Usa dovranno continuare a fronteggiare la sempre crescente minaccia dei gruppi paramilitari iraniani nascosti in Nord Africa, in Iraq, in Afghanistan oppure in America Latina.