A sei mesi dalla firma dell’atto d’impegno con la Regione Puglia, underGRA’ trae le prime somme del duro lavoro affrontato per portare avanti gli obiettivi del progetto “CONOSCERE e VALORIZZARE LA GRAVINA IPOGEA”, che altri ostacoli deve superare.
Ci siamo messi in gioco, perché oggi molti nostri coetanei preferiscono “scappare”, lasciare la propria regione alla ricerca di possibilità lavorative migliori altrove!
Ben sapendo che questo comportasse un grande impegno, crediamo nell’essenza nascosta di Gravina e vogliamo portarla alla luce!
Il nostro progetto nasce per la tutela e la valorizzazione del territorio gravinese e, in particolare, per portare, in primis l’intera cittadinanza, alla conoscenza della Gravina ipogea, perché se il cittadino conosce inizia a sentire suo il territorio, inizia a rispettarlo e poi a farlo rispettare anche dagli altri e infine, ma non meno importante nascerebbe la volontà di rendere fruibile, di tutelare e di valorizzare il patrimonio che ci appartiene.
C’è un mondo segreto sotto le nostre case e sotto le nostre strade, un luogo misterioso dove è scritta la nostra storia, un mondo che quasi nessuno conosce eppure molti ne parlano, ne sono attratti e ne hanno anche paura. Il problema è che la città ha dimenticato completamente il suo rapporto con il sottosuolo, cioè ignora le sue origini, impressionanti immagini di calco negativo della città che hanno contribuito a edificare pilastri , navate, scaloni, ripiani, tutto in prospettiva rovesciata, una città sotto la città.
Molti sono gli aspetti artistici, naturalistici, geomorfologici e storici che caratterizzano e distinguono Gravina dagli altri paesi della Murgia pugliese; tali elementi sono ancora nascosti, abbandonati a se stessi, sconosciuti dagli stessi cittadini e se vogliano puntualizzare, denigrati e maltrattati…
E tra un rilievo e l’altro underGRA’ non si è lasciata sfuggire l’occasione per denunciare questa situazione: durante un’ escursione nel rione antico di Gravina in Puglia, il Piaggio, abbiamo constatato l’ ennesimo episodio di indifferenza sullo stato di degrado in cui versa uno dei luoghi in cui si sono formate le radici della civiltà gravinese; in particolare, l’implosione di 2 e/o 4 casolari della zona, è stata ignorata da tutti!
Visto che l’associazione underGRA’ ha il fine di portare alla conoscenza della cittadinanza, il patrimonio di Gravina in Puglia e soprattutto il suo stato di fatto, per la sua tutela e valorizzazione, si è redatto un articolo-denuncia, pubblicato sul giornale locale “CONTESTO”- ANNO1 num. 2 di Maggio 2009. L’ articolo denuncia la condizione in cui versa il Piaggio e l’indifferenza della cittadinanza per questo luogo, per la nostra memoria, le nostre radici.
Gravina frana, si sfalda e ci lascia lacrime di pietra; muore lentamente nei sui angoli più celati, cerca di attirare la nostra attenzione, ora con una lesione, ora con un crollo, ma noi non abbiamo tempo e voglia di ascoltarla; forse perché non abbiamo più un “sentimento” che ci spinge a farlo.
Questo è quello che underGRA’ ha denunciato nell’articolo “SE SAPESSI COME FAI A FREGARTENE COSì DI ME…”:
1. Articolo su CONTESTO
La gente ha continuato ad ignorare e allora underGRA’ ha cercato di portarla in questi luoghi dimenticati con un video, il cui protagonista è stato Tommy Colonna, il barman del locale più frequentato del centro storico di Gravina. Tommy è stato il “testimonial” del Piaggio e della sua decadenza e attraverso “FINCHE’ C’E’ (A)MORTE C’E’ SPERANZA…” ha insegnato agli altri gravinesi il percorso per arrivare in questi luoghi e vedere quello che non vediamo, perché un sentimento forte non ci spinge a riconoscere questi luoghi come nostri e a non abbandonarli!
2. Fotogramma del videoclip
Ma per ridare a Gravina e al suo popolo una propria identità bisogna partire dal principio: il “tufo”, ovvero la calcarenite di Gravina, ha determinato lo sviluppo urbanistico ed economico del nostro paese, e quindi di Piaggio e di Fondovico in primis.
underGRA’ ha indetto il concorso fotografico LacrimediPietra09 con lo scopo di sensibilizzare fotografi professionisti e non alla nostra terra, partendo dal “tufo”, un materiale di straordinaria malleabilità che la natura e la mano dell’uomo hanno modellato fino a crearne sublimi forme, nei cui ricami è possibile leggere la storia degli uomini che l’hanno forgiato! ..la materia prima con cui i nostri avi hanno dato al nostro territorio le sue attuali conformazioni urbanistiche ed ambientali….
Scavando fino ad arrivare al profondo delle viscere, fino ad avere a disposizione una quantità di materia tale da poter costruire sopra palazzi maestosi o semplici casette, il tufo si è presentato sin dai tempi più remoti la materia prima con cui l’uomo risalendo in superficie, da cave domestiche, costituiva sopra l’ambiente vivibile e sotto l’immagine in negativo del nuovo palazzo.
Un’ immagine in negativo che veniva reinterpretata come luogo di culto, cantina, cisterna, foggiana: luoghi essenziali per la sopravvivenza degli abitanti…
Cosa resta di questo legame tra l’uomo e la pietra, tra Gravina e la “sua”pietra, tra l’uomo e Gravina? ..........lacrime! LACRIME DI PIETRA!
3. Locandina concorso
Solo segni, tracce, solo un vago ricordo di un bisogno impellente di rapportarsi con le risorse offerte dal territorio, perché dal tufo e dal torrente Gravina è nato tutto!....
L’acqua che ha scavato nel tufo l’habitat rupestre fatto di grotte che sono diventate chiese, abitazioni..; l’acqua che è entrata, camminando sui tetti, nelle cisterne sotterranee scavate nel tufo dall’uomo, e con quegli stessi blocchi di tufo squadrati ha costruito un’intera città fino alla prima metà del ‘900.
Ne restano molte testimonianze di questo indispensabile rapporto, nel passato, tra uomo e territorio, tufo e territorio, superficie e sottosuolo. Abbiamo voluto provare, con la fotografia, a scuotere gli animi, a riportare alla ribalta il TUFO, protagonista indiscusso del nostro territorio, ma, ormai, quasi disconosciuto.
Questo concorso fotografico, ha riconosciuto i meriti di fotografi protagonisti e non, che hanno meglio interpretato il tema, facendo della fotografia uno strumento comunicativo, un mezzo espressivo, che smuove nell’anima, come fa una poesia o una canzone, un sentimento per troppo tempo sopito da ogni singola persona di questo paese. Il soggetto delle foto, il “tufo”, è stato osservato da tre diversi punti di vista:
· nell’habitat rupestre: dalle grotte alle chiese, dai sepolcri alle cantine, scavate ai primordi dalla natura e modellate in seguito dall’abilità dell’uomo ;
· nelle cave: luoghi senza tempo, luoghi usati e abbandonati; luoghi di grande suggestione e discariche a cielo aperto. Esse offrono impressionanti immagini di calco negativo della città, che hanno contribuito a edificare pilastri, navate, scaloni, ripiani;
- nelle tracce: scarti di quel legame tra l’uomo e la pietra; di quello che l’uomo lascia cadere e di quello che al tufo ha sostituito; scarti di un’artigianalità in declino e di un abbandono dell’antica finezza che l’uomo ha donato al tufo nei secoli precedenti.
Alla scadenza del concorso fotografico,15/09/2009, underGRA’ ha raccolto 91 foto, presentate da 33 partecipanti, nell’ambito delle tre tematiche relative al TUFO.
4.Locandina mostra
A seguito del concorso, la mostra fotografica LacrimediPietra09 che è stata allestita presso la chiesa dell’Annunziata al Borgo dal 26 al 30 Settembre 2009 dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 22,00.
Un’occasione per fare riscoprire una chiesetta, una delle più antiche del paese, ai nostri concittadini, nonché per descrivere, attraverso i talenti che si sono iscritti a questo concorso, la vita del TUFO di Gravina, estratto dalla cava per costruire, scavato dall’acqua e dal vento e modellato dall’uomo nell’habitat rupestre: di tutto questo non restano che tracce!
A giudicare le foto una giuria composta da:
· il presidente DINO BORRI, professore del Dipartimento di Architettura e Urbanistica del Politecnico di Bari, esperto del territorio pugliese, in particolare dell’AREA DELL’ALTA MURGIA, di cui si occupa, tramite diversi laboratori e studi, dal 1998. Esperto delle tecniche di pianificazione urbana, in accordo con le politiche di sostenibilità ambientale, metodologie da applicare nelle aree del mediterraneo; tecnico della commissione scientifica del PIANO STRATEGICO DELL’AREA VASTA DI BARI; e ancora tante altre cose si potrebbero dire su di lui..
· GAETANO PLASMATI, fotografo di reportage negli angoli più isolati dei diversi continenti, di tradizioni, feste popolari, manifestazioni culturali a diretto contatto con le popolazioni del luogo.
È da menzionare la pubblicazione 100 VOLTI E CENTO ANGOLI DI MATERA, nonché l’ultima mostra, allestita presso la galleria di PORTA PEDICE a Matera “CIVILTA’ RUPESTRI”(Petra,Matera, Cappadocia);
· Il Dott. AGOSTINO GIGLIO, presidente della fondazione Ettore Pomarici Santomasi, gioiello della realtà gravinese che conserva collezioni diverse, dall’archeologica alla numismatica, dalla pinacoteca alle ceramiche, dall’habitat rupestre ai vestiti d’epoca, nonché una ricca biblioteca;
· Il neo-sindaco GIOVANNI DIVELLA;
· L’assessore al marketing territoriale, al turismo e alla cultura ALESSANDRA RICCIARDELLI.
5. La giuria
Inauguratasi sabato 26 settembre con la premiazione dei vincitori del concorso fotografico:
- PREMIO CAVE ad ANGELO DELEONARDIS con la foto “INTERSEZIONE” con la motivazione:
“La vita è come una scala, e quella del tufo inizia qui!..dal buio alla luce per essere modellata e “divenire” ancora…”
6."INTERSEZIONE"
- PREMIO HABITAT RUPESTRE a CHIARA LEONE con la foto “MUTAZIONI” con la motivazione:
“L’acqua che lascia i segni del suo passaggio; l’acqua che scava forme irregolari a cui l’uomo darà regolarità..e il tufo accoglie questi mutamenti in un abbraccio, senza ribellarsi..”
7."MUTAZIONI"
- PREMIO TRACCE a VINCENZO ERNESTO con la foto “CROLLO” con la motivazione:
“Emblema di quello che l’uomo crea e poi distrugge nella noncuranza; delle sue creazioni restano solo i resti!”
8." IL CROLLO"
Ad ognuno di loro è stata consegnato una targa di partecipazione e un’ opera in tufo dell’artista Gaetano Bellino che riproduce una conchiglia, fossile presente nel tufo di Gravina.
Assegnato IL PREMIO LACRIME DI PIETRA09, ovvero una fotocamera digitale reflex CANON EOS 1000D, a FILIPPO LEONE con la foto “IL SANTO” con motivazione:
“ Anche il santo è accasciato, quasi inerme e avvolto dalle macerie….ma dalla grata una luce..anche il santo si rivolge alla luce!”
9."IL SANTO"
L’evento ha riscosso successo, avendo visto una risposta positiva dal pubblico locale e non, che si può leggere in termini di affluenza, nonché nei complimenti ed incoraggiamenti che ci sono stati rivolti e lasciati nei post-it.
10. L'allestimento della mostra
A concludere l’evento in bellezza, la sera del 30 Settembre, è stato uno spettacolo teatrale di DONATO PATERNOSTER e SAVERIO PATERNOSTER, che hanno messo in scena e “musicato” alcuni episodi scritti dallo stesso Saverio Paternoster e altri tratti dal “PIAGGIO” di ANDREA RIVIELLO, facendoci rivivere nelle atmosfere dolci e melanconiche con “CI NASC QUADR NAN POUT MURI’ TUNN”.
Il lavoro di Donato e Saverio va in parallelo a quello di underGRA’ per il comune obiettivo di tutelare e portare alla conoscenza di tutti il patrimonio artistico- culturale-ambientale e le tradizioni della nostra terra… un percorso che si legge anche in dialetto, quel dialetto che nel prossimo futuro potrebbe scomparire.
11. CI NASC QUADR NAN POUT MURI' TUNN"
E questa chicca di spettacolo, propostaci all’ultimo momento, è stata inserita nel contesto di LacrimediPietra 09, poiché ha rappresentato per noi, la ciliegina sulla torta, la giusta conclusione di questo evento, per il comune messaggio intrinseco che trasmette.
È nostra intenzione riproporre per il prossimo anno il concorso e la mostra, magari estendendo la divulgazione nel tempo e nello spazio attraverso adeguati sistemi di comunicazione, di modo da arrivare più lontano a fare marketing del nostro territorio ad ampia scala.
La conoscenza e promozione del territorio gravinese parte da qui, dai primordi, rivolgendosi prima al popolo gravinese per potere attuare interventi più forti di recupero e valorizzazione del territorio, dopo un recupero dell’identità di popolo!
Siamo figli della Gravina, ma siamo soprattutto figli della pietra su cui scorre e su cui si insinua!
Il tesoro è sotto i nostri piedi e appartiene a tutti. Lo è stato per secoli: nascosto e paradossalmente esposto alle intemperie del tempo che passa veloce e divora tutto.
Basta aprire un tombino, scalare un pozzo, strisciare nel fango: il mondo del buio non è poi tanto lontano dal nostro vivere quotidiano: è un regno labirintico, che dorme sotto un cielo di roccia.
Il nostro progetto vuole far conoscere una città sotterranea attraverso uno straordinario viaggio nel tempo, un percorso emozionante nel cuore di Gravina che qui affonda le proprie radici e conserva, quasi intatta, una insospettata e suggestiva memoria.
L’intento del nostro progetto è di raccogliere tutto il materiale a disposizione per smontare o dare prove a leggende metropolitane; arricchire con dati tecnici (rilievi, fotografie) le scoperte dei sotterranei fatte in questi anni, per poter darne un significato e attraverso questo fornire un tassello nuovo alla storia del paese.
Purtroppo, ci siamo resi conto che questa ricerca storico- scientifica, interesserà solo gli esperti del settore: è importante aggiungere questo nuovo tassello alla nostra storia, ma è importante promuovere il nostro territorio al “volgo” attraverso strumenti diretti e immediati, quali appunto sono stati prima l’articolo, poi il videoclip e infine il concorso e mostra fotografica.
Pensiamo che sia opportuno partire dalle basi più primitive per poter ridare a tutti, tecnici e non, quel forte sentimento che li lega al proprio territorio e che li porta a fare di tutto per recuperarlo, promuoverlo, valorizzarlo! E un’altra operazione che ha avuto questo fine è stata la realizzazione delle tovagliette per pub, create nella grafica dall’associazione, con l’intento di dare visibilità all’associazione e a quali sono gli obiettivi per cui è nata: in essa si stimola, attraverso test e giochi, la curiosità, la conoscenza del territorio gravinese, a coloro che attendono seduti ai tavoli dei pub la loro portata. È un modo, di arrivare con il cibo, anche a fare cultura e a sensibilizzare il gravinese medio alla conoscenza del proprio territorio, per potere meglio apprezzare le sue bellezze, attraverso immagini, pillole di curiosità, ecc. sulla nostra Gravina di Ieri e di oggi.
È un esperimento, poiché riteniamo che non sarà facile raccogliere i risultati, ma, visto, che i pub sono sempre molto pieni di giovani e non, vorremmo che interloquissero tra loro di Gravina e per Gravina e fossero, davanti ad una pizza, stimolati a ricercare le proprie origini nei libri e tra le vie del centro storico.
Non tutti hanno la possibilità, o per natura, la voglia di comprare libri per conoscere; noi diamo la possibilità, mangiando, di conoscere; perché il cibo e la tavola sono i mezzi più diretti per comunicare a diverse fasce della popolazione: mangiando s’impara!! E allora “MANGÉTE DE CHÊPE” è il titolo dato alla tovaglietta.
12. La tovaglietta
Non solo la tovaglietta è un’ operazione di marketing dell’associazione, ma è anche un modo per porre le basi per la conoscenza del territorio, prima che si esplori il mondo oscuro dell’ipogei. Per conoscere quello che c’è sotto bisogna conoscere prima quello che vediamo in superficie come per comprendere meglio quest’ultima è necessaria la conoscenza del sottosuolo!
È quasi impossibile, da parte dei gestori, recuperare le tovagliette pasticciate, per cui, per capire i riscontri che ha suscitato questa operazione sui nostri concittadini, ci stiamo attenendo ai commenti che ci vengono riferiti da essi stessi o che sentiamo noi stessi seduti al tavolo accanto, ogni volta che succede e succederà!
E siamo felici di constatare che la tovaglietta diverte, entusiasma, intrattiene,fa discutere e pone domande su Gravina!
Intervallati da queste operazioni di “comunicazione col popolo”, underGRA’ continua il lavoro di di ricerca storica, bibliografica e rilievo tecnico dell’ipogeo gravinese, con opportune strumentazioni, nonché l’elaborazione di piante dell’ipogeo che possano portare ad una bozza di progetto per rendere il percorso accessibile a tutti, fruibile, tutelabile e infine da valorizzare.
Sono venute meno alcune collaborazioni che ci avrebbero agevolato nel nostro lavoro, ma questo non ci ha demoralizzato; altri contatti e confronti abbiamo avuto con associazioni di paesi della Provincia di Taranto (Massafra, Palagianello, Ginosa,…) e di Matera che presentano un territorio simile a quello di Gravina, ma che, in alcuni casi, hanno già goduto di interventi, anche minimi, di recupero e valorizzazione dello stesso.
Dopo le prime difficoltà abbiamo trovato il sostegno, non economico, dell’ amministrazione comunale che ci ha concesso i permessi per potere accedere nei sotterranei di demanio pubblico e fare gli opportuni rilievi, in particolare in quello che era l’antico fossato che circondava le mura.
Abbiamo stabilito dei rapporti con il Politecnico di Bari, in cui si sta conducendo una ricerca con l’obiettivo primario di riconoscere delle regole (tipologiche, costruttive) e dei valori incorporati nel patrimonio architettonico, al fine di ottimizzarne il ruolo nel contesto insediativo e fruitivo contemporaneo, caratterizzato dal crescente valore dell'identità locale nel contesto della globalizzazione.
underGRA’ ha stabilito un rapporto anche con l’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) che sta progettando una “Rete delle Città Sotterranee”; iniziativa volta ad unire i Comuni che presentano sotterranei archeologici o di palazzi storici, ipogei, criptoportici, camminamenti difensivi ma anche sistemi idraulici, grotte, cunicoli di varia natura, pozzi, acquedotti.
Il progetto si colloca sia in ambito turistico-culturale in quanto si potranno promuovere gemellaggi tra città italiane ed estere- i primi contatti sono con Parigi, Londra, Berlino e Cracovia - e realizzare pacchetti di “Viaggi negli abissi cittadini”; sia in ambito economico, perché si potranno avviare iniziative di marketing territoriale al fine di promuovere le aree interessate, favorendo anche la ricerca archeologica urbana ed il recupero della progressione storica dei territori e l’organizzazione di mostre e convegni, corsi di speleo- archeologia urbana. Nel progetto la Rete realizzerà annualmente una Guida alle Città Sotterranee d’Italia, un sito web e altre pubblicazioni.
Il primo comune ad aderire alla rete è stato Narni (Terni); ad aggiungersi a quella di Rieti, l'adesione di grandi città - tra cui Torino, Milano, Roma e Napoli - e piccoli centri, come Poggiorsini, Trinitapoli e anche Gravina in Puglia, per la creazione di itinerari turistici sotto il suolo.
Questo progetto dell’ANCI ci predispone a sperare nella realizzazione di quanto sperato per il follow-up, che seguirà allo studio, alla divulgazione e conoscenza del territorio.
Al momento Gravina è in una fase di stagno per quanto riguarda tutti i settori di sviluppo economico e non, per cui , noi partendo dal basso, dal profondo delle viscere, ci proponiamo di portare alla luce ciò che di Gravina sta sopra e sotto di modo da portare il nostro paese fuori dalla fase di stagno che perversa tutti i settori dello sviluppo e per fare brillare le ricchezze del nostro territorio .
13. pianta del centro storico di Gravina
Ad oggi sono stati realizzati ed elaborati circa 20 rilievi, evidenziati in marrone, in cui sono stati individuate alcune delle tipologie che occupano il sottosuolo gravinese:
1. Cantine a più livelli;
2. Foggiane;
3. Cisterne;
4. Palmjiente o cantine vinicole;
5. Ossario;
6. Cave;
7. Habitat rupestre;
8. Torrioni e mura;
Oltre questi 20 sono stati perlustrati altri ipogei (tra cui anche Neviere; Acquedotti e fogne bianche); poiché il centro storico è interamente costruito su cavità sotterranee, rilevarle tutte, in un anno, sarebbe un’impresa ardua, perciò si è preferito rilevare gli ipogei nelle zone riconducibili ai torrioni delle antiche mura e quelli che occupano la zona da porta San Michele alla cattedrale o zona Civitas.
Quest’ultima zona è importante per un futuro progetto che unisca la superficie al sottosuolo, ovvero l’asse del centro storico di maggiore frequentazione, la via della passeggiata domenicale, da vivere sopra e sotto.
A questi venti rilievi sono da aggiungersi altri nel corso di questo inverno e primavera per completare il progetto “Conoscere e Valorizzare la Gravina ipogea”, nonché attuare altre piccole iniziative per la conoscenza del territorio gravinese di superficie e del sottosuolo, strettamente interconnessi tra loro.