L'intensità dei flussi migratori in entrata nel territorio regionale sollecita numerose riflessioni di ordine politico e sociale, imponendo alle competenti istituzioni il dovere di apprestare le strutture e le modalità necessarie a realizzare una piena ed effettiva integrazione sociale. Un'integrazione che non potrebbe prescindere da una questione pregiudiziale qual è quella del diritto alla salute che, quale esplicazione dei diritti di cittadinanza, merita una più attenta e particolare attenzione quando coinvolge gli stranieri.
L'ossequioso rispetto che il diritto in questione, quale diritto costituzionalmente presidiato, pretende, impone un approccio medico-sanitario diversificato a seconda della nazionalità e delle caratteristiche etnico-culturali del paziente cui si indirizza.
Si rende necessaria, pertanto, la presenza operosa nei presidi ospedalieri di mediatori linguistici e culturali che assommino alle competenze proprie di questa figura professionale una specifica e comprovata formazione ed esperienza in materia di diritto sanitario, dell'immigrazione e di antropologia culturale. Tali competenze che, esorbitano, dunque la professionalità e le qualità proprie del mediatore culturale ci inducono a pensare che possa parlarsi di una nuova figura professionale quella, appunto, del Mediatore socio-sanitario. Una figura importantissima, ma ancora assente nella rete delle strutture sanitarie pugliesi.
Rete 32 si propone senza alcuna pretesa lucrativa di sopperire alla citata deficienza proponendosi quale partner delle strutture sanitarie. Più precisamente l'idea è quella di prestare un servizio di consulenza giuridica, specifica mediazione socio-sanitaria-transculturale nonché di formazione degli operatori sanitari impegnati nella cura e nell'assistenza di pazienti stranieri.
La sede sociale è a Terlizzi in via Tripoli, n. 42. Tel.: 347 10 29 824 - Fax: 080 214 09 59 - E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..