Il territorio pugliese risulta decisamente marcato dalla presenza degli uliveti, vistosa testimonianza del più antico modo di abitare e rendere produttivo il territorio. A conferma di questo si può addurre la presenza dell'antica via dell'olio che, intrecciandosi con le più antiche strade romane, iniziava il suo tracciato presso il Titolo dell'Arenario sul litorale di Palese, quindi seguiva la strada pre-romana detta via Megra per poi risalire nell'entroterra in direzione sud in modo da passare per alcuni frantoi fra cui quello di masseria Caffariello e concludersi a Macchie. Il suo principale scopo era quello di servire l'entroterra produttivo di una viabilità diretta e veloce verso gli attracchi più vicini.
Un altro "sistema strutturante" il paesaggio pugliese è costituito dalle ‘lame', veri e propri fiumi, che, con la costante diminuzione delle piogge nel corso delle ere geologiche e grazie anche al fenomeno del carsismo, sono diventati sotterranei. Sul loro letto col tempo si sono depositati detriti e materiale fertile che hanno favorito l'insediarsi di specie vegetali appartenenti alla macchia mediterranea configurandoli come dei ‘fiumi verdi'. Lungo le lame si sono anche individuate le principali direttrici di migrazione verso l'entroterra: tale dato ha fatto sì che questi contesti siano stati frequentati dall'uomo fin dalla preistoria, soprattutto presso gli sbocchi dei canali erosivi sul mare, per la loro posizione strategica nel controllo delle vie di comunicazione.
La lama ‘Balice' attraversa il territorio di Bitonto , Terlizzi, Ruvo e Poggiorsini, assumendo diversi nomi: torrente Tifre, Lama Maggiore, Lama Balice, lama Macina. Proprio quest'ultimo epiteto è attribuito dal Virgilio, studioso locale, al fatto che il suo calcare era utilizzato, grazie alla durezza e resistenza all'usura, per la fabbricazione di mole da frantoio. Il sistema Balice- Tifre emerge nell'agro barese come uno dei principali rami insediativi del territorio pugliese. Lungo il suo corso si registra la presenza di numerose architetture dal notevole valore storico. Pertanto la lama in esame presenta una caratteristica fondamentale: l'essere da sempre un territorio occupato dall'uomo per la residenza, per la coltivazione dell'ulivo e per l'estrazione della pietra. I trappeti presenti in questo territorio sono spesso ipogei, ovvero ricavati dall'uomo all'interno di cavità naturali o progettati come tali all'interno della masserie. Quest'ultime costituiscono il fulcro del principio insediativo del territorio pugliese e instaurano un rapporto con le valli erosive per diversi motivi: scopi difensivi, usi agrari, fattori climatici e motivazioni architettoniche.
Il progetto, quindi, prende le mosse, da un lato, dalla volontà di creare un insediamento che possa essere messo a sistema con le masserie produttive che hanno da sempre caratterizzato la zona, dall'altro di puntare a farne un polo di riferimento per l'organizzazione del territorio e la riqualificazione del paesaggio circostante. L'obiettivo è quello di qualificare e mettere in relazione le risorse territoriali, al fine di accrescere le qualità competitive e migliorare l'offerta del territorio nonché di rafforzare l'identità e la coesione sociale del sistema locale.
Il progetto si inserisce inoltre in un territorio connotato dalla presenza di un forte tessuto imprenditoriale che deve la propria ricchezza in gran parte alla produzione olearia; il progetto, può rappresentare l'importante occasione di mettere a sistema più realtà imprenditoriali in maniera da ottenere risultati positivi e dal punto di vista del miglioramento della produzione e dell'incremento della popolazione occupata nelle fasi della filiera produttiva dell'olio. Il rilancio della piena attività produttiva agricola del distretto può condurre a delle importanti conseguenze sul piano della forma del paesaggio costruito, attraverso la dotazione di attrezzature e servizi e di infrastrutture per la mobilità. In questo senso, è corretto parlare di una grande azione di restauro del paesaggio, mirata non solo a preservare l'aspetto ambientale ma anche al ripopolamento antropico delle campagne così come accadeva in passato con le masserie, coniugando l'aspetto prettamente residenziale e produttivo a quello turistico. A tal proposito si renderebbe possibile un decentramento del turismo di massa, oggi concentrato soprattutto nelle città costiere della Puglia e ad una sua destagionalizzazione.
A fronte di queste considerazioni nel progetto si intende affiancare alla funzione residenziale (l'insediamento è destinato ad ospitare circa 400 persone, la maggior parte delle quali impiegate in segmenti delle filiere produttive dell' olio) e produttiva (frantoi) altri spazi dedicati a turismo di nicchia, enogastronomia, convegnistica prevedendo, inoltre, servizi e strutture essenziali in grado di garantire una certa autosufficienza rispetto alla città (chiesa, scuola materna ed elementare, alimentari, bar, ecc) affiancati a strutture ricettive di accoglienza per i visitatori esterni. Scendendo alla scala del singolo edificio ci si occuperà dell'aggiornamento tipologico della casa unifamiliare in area mediterranea. A questo scopo si partirà da una ricognizione della tradizione costruttiva dei centri urbani e delle campagne pugliesi, fondata soprattutto sulla tecnica della muratura portante. L' elaborazione del progetto della singola abitazione punta a definirla dal punto di vista architettonico, tecnologico, impiantistico ed energetico.
Gli obiettivi prefissati sono:
- la progettazione di un prototipo di abitazione a basso consumo energetico in grado di aggiornare il sistema costruttivo in muratura portante;
- la trasformazione del territorio attraverso una strategia sostenibile;
- un uso razionale dell'energia e la realizzazione di edifici a basso costo di manutenzione;
- il corretto utilizzo delle risorse locali per uno sviluppo sostenibile del territorio;
- l'uso di materiali della tradizione. In particolare si è pensato di impiegare come materiale costruttivo la pietra e il legno. L'impiego di questi materiali da costruzione, attraverso le loro intrinseche qualità ecologiche (rinnovabilità, riciclabilità, non nocività, ecc.) consentono di ottenere vantaggi in termini di qualità dell'aria interna, risparmio energetico e costi ridotti di manutenzione e gestione dell'edificio;
- il razionale utilizzo del sottosuolo ai fini di uno sviluppo urbano controllato e integrato;
- l'elaborazione di soluzioni tecniche e normative e di nuovi assetti tipologici capaci di contribuire al miglioramento della qualità abitativa degli alloggi;
- una sistemazione razionale dei servizi tecnologici per garantire l'autosufficienza energetica delle residenze grazie all'ausilio di fonti rinnovabili;
- l'adozione di soluzioni tipologiche basate sulla semplicità dell'impianto strutturale e impiantistico, sul massimo della caratterizzazione tipologica, sul massimo della flessibilità distributiva;
- l'adozione di soluzioni insediative basate su una corretta gestione delle risorse locali (del suolo e del sottosuolo) e il recupero del tradizionale rapporto tra insediamento, caratteri del paesaggio (orografia, orientamento, condizioni climatiche), ecc..