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Bollenti Spiriti

Groove Your Talent: quello che è stato

16 Ott
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Groove Your Talent: quello che è stato

Groove Your Talent è stato strutturato in tre momenti successivi che abbiamo denominato LABANANALAB, MANI e TELLUS.

Ogni fase del progetto è stata dedicata alla musica e alla costruzione di una coscienza intorno alla musica come pratica, passione, mestiere, industria, mettendo al centro l'esperienza e il trasferimento di conoscenza.

A partire da gennaio e fino a marzo sono stati realizzati tre workshop dedicati alla musica estemporanea, collezionati sotto la sigla LABANANALAB, condotti dai musicisti Giovanni Cristino e Giuseppe Pascucci, durante i quali la classe dei partecipanti – eterogenea per formazione musicale - ha esperito attraverso la pratica nozioni di musica d'insieme e improvvisazione, sperimentando le capacità di ascolto, interazione, lettura e immaginazione. I tre workshop – Conduction, Composition, Improvisation – si sono concentrati su tre diversi aspetti della pratica musicale ovvero la Conduzione di, la Composizione per e l'improvvisazione all'interno di un'ensemble musicale, con un approccio esperienziale già in classe tramite esercizi e attività ludiche modellate sulle caratteristiche del gruppo dei partecipanti e culminato nella realizzazione di tre concerti pubblici a conclusione di ciascun workshop che si sono avvalsi anche dell'interazione con altri media come la videoproiezione dal vivo.

Le attività sono state rivolte a musicisti, cantanti e performer della voce con l'utilizzo di strumenti acustici, digitali ed elettronici, superando la convenzionale distinzione tra generi musicali e foraggiando una modalità aperta, trasversale e non convenzionale di scrivere, dirigere, fare musica.

La classe che si è formata è confluita oggi nella formazione Banana Klan Klan, un collettivo musicale ideato dai conduttori del laboratorio, che pur lavorando alla costituzione di un organico stabile di musicisti, agisce e compone musica originale nell'ottica dell'intercambiabilità dei suoi componenti e intercettando in modo occasionale altri musicisti e performers provenienti da altri linguaggi artistici, esibendosi nell'ambito di eventi autoprodotti e non solo.

Il mese di aprile è stato dedicato alla realizzazione di MANI (Music And New Instruments), laboratorio preparatorio per la concezione e costruzione di strumenti musicali innovativi, condotto dal musicista antropologo Alessio Giuliani, strutturato in incontri bisettimanali di 5 ore ciascuno.

Il laboratorio si è concentrato sulla costruzione di un gruppo di progettazione che ideasse uno strumento di nuova concezione. Partendo dalle competenze note dei partecipanti (profilo di studi, aspettative rispetto al corso monitorate attraverso un questionario preventivo, necessità emerse nel corso degli incontri) si è cercato di esprimere quelle potenziali.  Ciascun partecipante ha individuato le caratteristiche di uno strumento  ideale, immaginando come e da chi dovesse essere suonato, con quali scopi (terapeutici ad esempio) e che tipo di suoni dovesse emettere. Sono state fornite nozioni di fisica acustica ed ergonomia  e sono state realizzate delle esercitazioni pratiche per verificare le competenze manuali dei partecipanti e testare i primi tentativi di strumento (realizzati con materiale ritrovato) coinvolgendo come collaudatori alcuni membri dello staff di GYT. É stato ideato quindi uno strumento musicale collettivo nella concezione e nell'uso: una struttura di grandi dimensioni pensata per essere suonata con le mani, con le spalle e con il corpo tutto, dotata di una pavimentazione che permetta la fruizione ai non vedenti. Durante il laboratorio si è aperta la prima fase progettuale indagando sulle forme e sui materiali da utilizzare, adottando e scartando via via materiali e soluzioni secondo motivazioni di ordine economico, di reperibilità e riuso dei materiali che hanno dato vita ad un prototipo in miniatura della sola struttura. Contestualmente, grazie all'interessamento di una partecipante, è stata realizzata una piattaforma di e-learning in cui sono disponibili tutti i materiali prodotti durante il corso e su cui condividere e sviluppare le ulteriori fasi di progettazione (tra cui la scrittura delle istruzioni d'uso e loro traduzione, ricerca di finanziatori, condivisione preventivi) che vanno oltre i limiti temporali del laboratorio realizzato.

A partire da aprile e fino a maggio ha preso corpo TELLUS, le conversazioni intorno alla musica tenute insieme ad alcune figure - giornalisti musicali, producer, esperti di comunicazione integrata-  per approcciare alcuni argomenti legati al settore della produzione musicale. Si è voluto delineare un ideale percorso di conoscenza di questo mondo rivolto a chi come noi vive la passione per la musica come aspirazione professionale e con la curiosità di saperne di più su come si fa a realizzare e quindi diffondere un prodotto musicale.

Il percorso è stato pensato immaginando un excursus che prevedesse diverse tappe di avvicinamento ad una conoscenza più approfondita del mondo apparentemente sommerso che agita l’industria musicale. La modalità di fruizione scelta è stata di tipo orizzontale ovvero non sono state poste limitazioni al numero di persone che potevano assistere agli incontri in quanto crediamo nel processo democratico di apprendimento e di massima fruibilità.

Il primo intervento dal titolo “Come organizzare un magazine musicale?” è stato realizzato invitando Nur Al Habash (direttrice di Rockit.it – sito di riferimento per la comunità musicale italiana) da anni protagonista dell’editoria italiana 2.0. Nell’intervento sono stati analizzati quali sono i passi per tenere in piedi un giornale di musica e che parli solo di quella in un epoca in cui l’editoria, anche web, deve barcamenarsi tra ciò che piace e quello che genera traffico sulle pagine e quindi il guadagno da cui poter mettere in piedi una redazione.

Il secondo intervento ha visto invece protagonista Emiliano Colasanti, co-fondatore di 42 Records e giornalista che ci ha chiarito quali sono stati, per esperienza personale, i passi che hanno portato alla fondazione di un’etichetta tra le più quotate del panorama italiano al momento.

Il terzo intervento ha visto invece la presenza dei fondatori di altre due etichette Bad Panda Records e White Forest International, label fondate negli anni 2000 con attitudine spiccatamente “internet” capaci di generare piattaforme internazionali di scambio di artisti e musica; l’intervento aveva come tema fondamentale quello della comprensione dell’indotto economico creato ma anche la comprensione di come queste etichette diventino enclave embrionali per artisti 2.0 i cosiddetti “laptop producer”.

Per il quarto intervento abbiamo scelto di invitare Andrea Salvatore Mi, docente allo IED di Firenze, conduttore radiofonico, dj, label owner, che ha chiarito quali sono le strategie più utili in campo musicale per “sfruttare” i nuovi media e da questi trarne vantaggio per garantirsi maggiore visibilità e presenza in un campo vastissimo.

In ultimo abbiamo scelto di avvicinarci al tema della tutela del diritto d’autore e lo abbiamo fatto invitando Soundreef Ltd., nuova collecting society italiana di base a Londra che ha scardinato, almeno nell’immagine, il lungo monopolio SIAE. Un intervento che ha visto una partecipazione significativa di fruitori del servizio, musicisti e gestori di locali, in quanto interessati a comprendere le nuove possibilità proposte e mettere a frutto il proprio lavoro. Tutte le attività e gli incontri hanno avuto una distribuzione in diretta streaming al fine che anche chi è lontano dalla nostra comunità potesse accedere al contenuto e sono stati tutti registrati e sono disponibili sul nostro canale YouTube : https://www.youtube.com/channel/UCIBQMSF_dLJdMXuwtIFCk8A.

Groove Your Talent ha potuto dare espressione alle voglie e volontà di chi ha voluto prenderne parte, chi in maniera diretta, chi meno. Abbiamo tentato di affrontare temi che potessero avvicinare un territorio ad una materia come quella musicale vista più come divertimento che come lavoro. L’intento d’avvicinare uno spazio ai suoi abitanti e rendere più vivido un territorio è stato raggiunto abbondantemente pur avendo ancora tanto da fare e costruire.

 

 

 

Letto 1360 volte Ultima modifica il Lunedì, 17 Ottobre 2016 10:13

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