La nostra proposta, denominata ‘Dare una famiglia a una famiglia’, mirava a sperimentare innovazioni socio-culturali insieme con tecniche teatrali e linguaggi innovativo-comunicativi facendo crossing tra i punti B e C (ambito prevalente) del Bando Principi Attivi 2012.
Il titolo stesso emulava quello delle best practices di Torino città e di Ferrara (e di altre cittadine del Nord Italia) in tema di ‘affiancamento familiare’ (da ora in sigla AF), grazie alla quale una intera famiglia interagisce, supporta a domicilio un’altra famiglia in temporanea difficoltà, senza pretese di intervenire/sostituirsi ai Servizi sociali in casi di gravi negligenze, ma integrando le politiche sociali.
Durante i mesi progettuali abbiamo fatto tesoro di queste esperienze ormai considerate buone prassi (si veda il progetto nazionale ‘PIPPI’ ad esempio): con umiltà e buona volontà abbiamo importato questa tecnica d’intervento nel contesto pugliese, in particolare nell’Ambito territoriale socio-sanitario n.5 Martina Franca-Crispiano (Asl TA/1).
Ci siamo costituiti in cooperativa sociale di tipo ‘A’che abbiamo chiamato ‘Stipa delle fate’. Un nuovo soggetto giuridico con finalità mutualistiche e a vocazione comunitaria che nella sua fase di start up ha puntato soprattutto sul tessere efficaci relazioni pubbliche con altri soggetti del terzo settore locale, con istituzioni pubbliche e soprattutto con le famiglie.
Almeno una decina i nuclei familiari ‘attenzionati’ e selezionati dal nostro intervento. Di questi, sei hanno accettato di continuare un percorso che si è snodato fino a questo inverno 2014/2015, di incontrarsi, partecipare ai nostri piccoli eventi festosi presso la sede del nostro Circolo Arci-Uisp Crispiano o presso il teatro Crest-Tatà di Taranto Tamburi, ecc.
Abbiamo organizzato diversi seminari, convegni, workshop, feste appunto, per sensibilizzare la comunità crispianese-martinese su queste tematiche.
In contemporanea, siamo stati i proponenti di un laboratorio dal basso denominato ‘NEETs need E.U.’ per apprendere meglio come operare con ragazzi svantaggiati 15/24 anni appartenenti a famiglie vulnerabili o fragili. Abbiamo attivato una testimonianza dal basso ed anche il mentoring sempre nell’ambito del Programma regionale ‘Bollenti spiriti’.
Abbiamo partecipato ad altri progetti di rete, come quello del bando Dispersione scolastica 2013 della Fondazione Con il Sud con una rete pubblico-privata su Statte-Crispiano. Abbiamo contribuito ad attuare diversi altri bandi come uno tra Martina-Crispiano che sposa innovazioni sociali e tecnologie come stampanti 3D e webradio sociale.
La nostra strategia di apertura, di rete diffusiva, sempre aperta, si è snodata ben oltre il nostro Distretto socio-sanitario: a Taranto Arci-Uisp Crispiano e Stipa delle Fate sono diventate co-fondatrici della Rete Gens, ‘percorsi di genitorialità diffusa e responsabile’: un insieme composito di organizzazioni di famiglie affidatarie ed adottive prevalentemente di Taranto città, impegnate in percorsi pro-famiglia.
Il nostro tocco di originalità, di freschezza intellettuale, il nostro piglio fermo nel portare avanti le nostre innovazioni sociali, di ascoltare le persone coinvolte, di trarre spunto da contesti più avanzati del nostro come quello torinese o ferrarese. Quanto abbiamo sperimentato e tutte le riflessioni fatte ad alta voce ci ha permesso di essere in parte artefici, cofondatori di Rete Gens a Taranto, un insieme composito laico-religioso di organizzazioni di terzo settore sulle tematiche delle famiglie.
Continueremo come sempre ad operare con le famiglie. Proseguiremo indirettamente l’esperienza di sperimentazione socio-culturale qui importata da noi con Principi attivi cedendo la governance – com’è giusto per sua natura – all’Ufficio di piano sociale di zona con sede a Martina franca. Noi continueremo ad aver cura della manutenzione di questa come anche di Rete Gens a Taranto e dintorni. Nel frattempo ci stiamo guardando intorno: altre innovazioni all’incrocio tra sociale e nuove tecnologie sono dietro l’angolo per noi. Spingeremo l’acceleratore sul lavoro con i NEETs, anche perché un bimbo di una famiglia povera è nel 2015 il candidato perfetto per essere un adulto povero. Noi diciamo no.