Opening Sources - Un approccio innovativo all'e-waste

INFO SUL PROGETTO
Categoria: Giovani idee Forma giuridica: Cooperativa Progetto finanziato: Principi Attivi 2008 Indirizzo: Via C. Collodi 33, 70018 Rutigliano Città: Rutigliano Provincia: Bari Sito Web: Vai al sito Facebook: Vai alla pagina facebook Tags: Ecologia e ambienteInformatica
Innovazione tecnologica
Non profit
Rifiuti e riciclo
Servizi al cittadino
Servizi alle imprese
Servizi per la PA
L'e-waste: un problema in ascesa
L'e-waste (rifiuti di apparecchiature elettroniche) è costituito da tutti quei componenti elettronici e informatici quali monitor, notebook, hard disk, case e tutti i prodotti tecnologici che per i motivi più disparati vengono messi da parte, sostituiti o buttati. Spesso accade, però, che questi rifiuti vengano destinati a “normali” discariche o peggio ancora abbandonati: l'e-waste rappresenta quindi un sempre maggiore pericolo per l'ambiente per via della plastica, del silicio, del mercurio, del piombo e degli altri metalli pesanti presenti nei circuiti e nei monitor dei computer che finiscono per inquinare l'acqua, l'aria e la terra. Ogni anno ciascun abitante del pianeta produce in media 20 Kg di e-waste, per un totale che varia tra i 20 e i 50 milioni di tonnellate. L'e-waste rappresenta ormai più del 5% di tutti i rifiuti solidi urbani prodotti globalmente e le stime di crescita per questa categoria di rifiuti parlano di cifre oscillanti tra il 16 e il 25% entro i prossimi 5 anni
Come si tratta l'e-waste?
I rifiuti elettronici vanno bonificati e poi smantellati per il recupero e riciclo dei materiali. Anche in Italia sono state progressivamente approvate delle norme (in particolare il DL 151/2005 e il DM 185/2007) con le quali è stata introdotta una sorta di “responsabilità del produttore” che deve occuparsi non solo della produzione, ma anche dello maltimento dei dispositivi elettronici. Purtroppo per far fronte a questo nuovo onere è stata anche introdotta su ogni nuova apparecchiatura in commercio una sorta di nuova tassa, un “eco-contributo” che l'acquirente paga ad ogni nuovo acquisto. Nonostante il problema sia stato regolamentato, grosse quantità di rifiuti giunti al termine del loro ciclo di utilizzo continuano a sfuggire al controllo dei consorzi di produttori finendo per alimentare loschi traffici ed essere depositati in qualche sperduta discarica: tonnellate di plastica, vetro, silicio e mercurio finiscono nelle nazioni meno sviluppate e che meno hanno usufruito del benessere collegato a questi prodotti.
Cosa fare allora?
In Italia, secondo le stime dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) viene attualmente recuperato meno di un computer desktop ogni venti abitanti: in media poco più di 1Kg pro capite di rifiuti elettronici che andranno poi bonificati e smantellati per il recupero e riciclo. Se da un lato è fondamentale innalzare tale soglia e tendere a raggiungere e superare il tetto di almeno 4Kg pro capite di rifiuti recuperati, dall'altro è necessario tenere in considerazione un fattore non secondario nel trattamento degli e-waste: nella maggior parte dei casi il materiale tecnologico scartato, soprattutto informatico, NON E' DA BUTTARE.
La parola chiave quindi è: RIUTILIZZARE.
I componenti hanno la possibilità di continuare a funzionare nel 50-80% dei casi a seconda della tipologia di hardware considerato e ad essere perfettamente efficienti per gli utilizzi più comuni dell'utente medio:applicazioni office, navigazione internet, multimedia.
ReHardWareing, nell'ambito del progetto “OPENING SOURCES”, intende recuperare i computer dismessi e promuoverne il REIMPIEGO dopo una fase di test, di ripristino funzionale e di aggiornamento degli stessi.
Perchè affidare l'e-waste a ReHardWareing?
Principalmente per un fattore economico: le ditte di smaltimento vanno pagate per ritirare i componenti obsoleti che andranno poi bonificati, smantellati e riciclati, mentre il ritiro da parte di ReHardWareing che destina i componenti al REIMPIEGO avverrebbe in maniera totalmente gratuita.
In secondo luogo per un fattore sociale: i PC che ReHardWareing assembla con componenti riutilizzate, avendo costi di produzione ridotti alla sola manutenzione tecnica, sono destinati in primis a coloro che non possono permettersi costosi computer di ultima generazione e che per questo motivo restano fuori dal mondo dell'informatica, dall'informazione autonoma e dalla democrazia partecipata garantita dal World Wide Web.
ReHardWareing, nell'ambito del progetto “OPENING SOURCES”, ha un obiettivo ambizioso: distribuire PC perfettamente funzionanti con componenti riutilizzate a coloro i quali non hanno la possibilità di comprarne uno di ultima generazione, ma anche alle associazioni, agli enti, e alle scuole.
- Quali sono i programmi che trovo su un Personal Computer assemblato da ReHardWareing?
La scelta naturale per questo tipo di computer è quella del software Open Source: sistemi operativi, pacchetti office, browser per il web, antivirus, suite audio, di fotoritocco e di disegno, tutti liberi, gratuiti e sicuri grazie ad una folta e diffusa comunità di programmatori che li utilizza, sviluppa e supporta in modo totalmente gratuito.
ReHardWareing sostiene e promuove non solo l'utilizzo dei software Open Source, ma condivide, sostiene e incentiva la cultura delle “fonti aperte”, della condivisione, della conoscenza e del reciproco arricchimento.
Negli ultimi anni il concetto di Open Source ha assunto rilievo “filosofico”: una diversa e nuova concezione di gestione degli enti, dei sistemi, dei processi di creazione di conoscenza. Il tutto basato sulla condivisione, la collaborazione e il reciproco arricchimento. Dove ognuno può collaborare e usufruire dei risultati in modo equo e democratico. Pertanto, viene concretizzata l’idea stessa di libertà: libertà di poter esprimere le proprie idee sotto qualsiasi forma accanto alla libertà di usufruire dei contenuti altrui.
“Su una simile strada si può raggiungere un’autentica forma di apprendimento collaborativo o meglio un apprendimento individuale come risultato di un processo di gruppo.” (G. Bettetini, semiologo).
Una rivoluzione rapida e profonda, che crea una economia del dono: chi riceve un'idea da me, riceve una conoscenza che non toglie nulla alla mia; chi accende la sua candela con la mia si fa luce senza per questo lasciarmi al buio. Crolla il potere, crollano le barriere e si crea una società più democratica. Per il mondo dell’istruzione, l’importanza del software libero non risiede tanto nei risultati tecnologici quanto nel modello sociale e culturale, cogliendo la superiorità del processo e del sapere veicolato tra i partecipanti. Ulteriore punto di forza sta nel fatto che ciò che si impara lo si insegna poi agli altri, rendendo la relazione di apprendimento/insegnamento tendenzialmente orizzontale. Una concezione da condividere e sostenere, in continua evoluzione che rivoluziona il ciberspazio, il mondo reale, la mente umana.
AGGIORNAMENTI DAL BLOG
Non ci sono aggiornamenti associati al progetto